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venerdì 30 novembre 2012

Preghiera del mattino


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Caro Moreno,
sono un devoto cristiano e ho sempre cercato di seguire la Via del Signore, come anche tu cerchi di fare, generosamente dispensando saggi consigli che aiutano i tuoi lettori a mantenersi sulla retta via.
Ti racconto la mia vicenda confidando che tu possa darmi una buona indicazione su come comportarmi per non rischiare di peccare.
Qualche mese fa, ho sposato la mia amata Susanna, ben s'intende in Chiesa. Premetto che, durante il fidanzamento, tra di noi c'era stata sempre perfetta armonia, al punto che vivevamo assieme già da un anno. Perciò, la cerimonia nuziale è stata solo la conferma della nostra profonda unione spirituale di fronte al Signore.
Però, proprio da quando siamo ufficialmente coniugi, ha iniziato a manifestarsi qualche piccola incomprensione. Infatti, quando eravamo fidanzati, Susanna non mancava mai di onorare le mie erezioni mattutine con un soave pompino, che eseguiva correttamente senza mai la minima dispersione del seme, che anzi inghiottiva avidamente; ma dopo il matrimonio improvvisamente ha iniziato a rifiutarsi di praticarmelo, sostenendo che, di prima mattina, il sapore dello sperma la disgusta e le indispone lo stomaco. Questo mi metteva di cattivo umore, perché restavo arrapato per tutta la giornata, e le fantasie erotiche sulla mia procace collega Daniela mi tormentavano e mi turbavano. Ma l'aspetto peggiore di questa situazione è che, dopo il pompino, avevamo l'abitudine di rivolgere insieme una fervida preghiera di ringraziamento al Signore; ma ora, niente pompino, e niente preghiera!
Questa mancanza di devozione mi faceva star male, ancor più dell'arrapamento insoddisfatto, perché mi sentivo lontano da Gesù. La situazione è continuata così finché un giorno la mia collega, vedendomi tanto nervoso e abbacchiato, mi ha preso in disparte e mi ha chiesto la ragione del mio drastico cambiamento: sempre allegro e giulivo sino ad un mese prima, e poi lunatico e triste. Perciò mi sono confidato con lei, pensando che, una ragazza con delle tette così generose, non poteva che essere comprensiva e gentile come una mamma. Non mi sbagliavo: Daniela si è presa tanto a cuore il mio cruccio, che ha voluto intervenire subito per aiutarmi a rimediare. Da allora, ogni volta che mi vede di malumore, Daniela mi chiede di accompagnarla all'archivio o al magazzino, posti di solito deserti, e appena siamo da soli mi apre la patta e abilmente esegue un gioioso pompino, con il quale mi rinfranca meravigliosamente. Devo dire che lei aveva la cattiva abitudine di sputare il seme, una volta terminato il pompino, ma io le ho spiegato che così facendo si commette un peccato gravissimo, e che è necessario che il seme non venga mai sprecato. Allora abbiamo trovato un rimedio anche a questo problema, e lei me lo passa tramite bacio, così io posso inghiottirlo: in fin dei conti, è tutta roba mia! Non manchiamo mai di dire una preghiera al Signore, dopo l'atto, per ringraziarlo del bene goduto, e così in qualche modo sono tornato alla devozione che ero solito praticare.
In conclusione, considerate le precauzioni che ho adottato con Daniela per evitare lo spreco del seme, posso essere abbastanza tranquillo che non sto facendo nulla di male e che il mio comportamento è corretto? Vorrei aggiungere che Daniela non si spoglia quando mi pratica il servizietto, e che non ci tocchiamo, fatto salvo il bacio necessario per trasferire il seme dalla sua bocca alla mia.
Grazie di cuore della risposta che mi vorrai dare, tuo fratello in Cristo,
Claudio

»

Caro Claudio, devoto fratello in Cristo, la sessualità è importante nella vita di un cristiano, come tante volte già ho avuto occasione di ribadire. Ma per sapere come comportarsi affinché la sessualità venga vissuta nel rispetto della Volontà di Dio, dobbiamo consultare la Bibbia, che contiene la Parola del Signore.

La Bibbia contiene davvero tutto quello che ci serve sapere nella nostra vita di cristiani, e anche molto di più, perché, a saperla leggere, ci possiamo trovare predizioni straordinariamente precise della vita personale di ciascuno di noi. Questa è stata la grande potenza dei Profeti!

Per iniziare, studiamo prima il tema negli aspetti più generali.

L'argomento sessuale si trova fin dalla Genesi, nella quale sono espresse essenziali verità teologico-spirituali. Il primo e secondo capitolo appaiono quasi paralleli, come scritti da mani diverse: ci sono infatti due diverse descrizioni della creazione. Nella prima è scritto che Dio crea l'uomo maschio e femmina. Nella seconda la donna è tratta dall'uomo. Nella prima si accentua la parità sociale e spirituale tra l'uomo e la donna. Nella seconda si evidenzia la complementarietà: l'uomo ha bisogno della donna e la donna dell'uomo: i due si uniranno e saranno una sola carne.
La sessualità è vista come unione indissolubile di due entità, due persone distinte, paritarie, ma diverse. I due diventano come una nuova persona. Già in questo aspetto la sessualità è piena creazione, è continuità dell'opera creatrice di Dio, perché dalla loro unione nasce una nuova persona, un "noi" che non è semplice "somma" delle due persone, ma opera nuova: i due saranno una sola carne, non più io, non più tu, ma solo noi. Ecco perciò, che la fellatio, atto sessuale nel quale la donna accoglie nella propria bocca il membro virile, diviene potente simbolo di quell'unione totale e profonda tra uomo e donna. Quale maggior senso di reciproca appartenenza, che accettare, da parte della donna, nella propria delicata cavità orale la virilità maschile, e da parte dell'uomo avere la fiducia che la sua preziosa appendice non verrà morsicata?

Ora, se la tua Susanna non è
sollecita in questo periodo - forse per un'indisposizione transitoria, devo credere, perché altrimenti non se ne spiega il motivo, ma un'ipotesi e un suggerimento per rimediare al problema te lo offrirò più avanti - a praticarti la fellatio nel momento in cui tu ne avresti maggior bisogno, cioè per smorzare la classica erezione mattutina, trovare un'altra donna che la sostituisca nello svolgimento di questo compito essenziale per l'armonia dei coniugi mi sembra un'ottima soluzione.

E qui entra in gioco l'analisi che ci permette di capire come le Scritture contengano predizioni e istruzioni precise che riguardano proprio il tuo caso personale.

La tua collega Daniela ha suscitato il tuo interesse grazie al suo portamento e al seno generoso. Questo è stato senza ombra di dubbio un Segno di Dio. Troviamo infatti scritto nel Cantico dei Cantici: Quanto sono belli i tuoi piedi dentro le calzature, o figlia del principe. Le curve dei tuoi fianchi sono quasi monili fabbricati dall'artigiano. Il tuo ombelico è una coppa tornita, non vuota di bevanda. Il tuo ventre è quale un mucchio di grano custodito dai gigli. Le tue coppe quali due caprioli gemelli. Il tuo collo torre d'avorio. I tuoi occhi son come le vasche di Hesebon alla porta di Bathrabin, il tuo naso quasi una torre da Libano che guarda a Damasco. Il tuo capo come la porpora del re, di perfetto lavoro. Quanto sei bella, e quanto ammirevole, carissima, in delizia. Il tuo portamento è di palma, le tue mammelle son grappoli d'uva. Ho detto salirò sulla palma e ne coglierò i frutti e saranno le tue mammelle come grappoli della vigna, quella bocca avrà profumo di mela. La tua bocca è come vino ottimo degno di essere bevuto dal mio diletto, d'essere gustato dalle sue labbra e dai suoi denti. (CdC 7, 1-10).

In questo passo viene descritta con ricchezza di dettagli una donna prosperosa dalle mammelle "come grappoli d'uva". Questa descrizione non potrebbe adattarsi alla tua collega Daniela? Lo vedi com'è grande la lungimiranza del Signore, che in un Libro antichissimo aveva già previsto quello che sarebbe accaduto millenni più tardi?
Anche il riferimento alla bocca che è "come vino ottimo degno di essere bevuto" è un'evidente allusione alla pratica che hai adottato, di bere il tuo seme dalla sua bocca. Dunque Daniela ti è stata inviata dal Signore, è un Suo strumento di guida e redenzione mandato proprio per mantenerti sulla retta Via e scongiurare che tu, preso dalla tristezza e dal malumore, possa attardarti in cattivi pensieri.

Leggiamo ancora: Che lui mi baci con i baci della sua bocca. Più dolci del vino sono le sue carezze, più inebrianti dei suoi profumi. Tu stesso sei tutto un profumo; vedi, le ragazze si innamorano di te! Prendimi per mano e corriamo. Portami nella tua stanza, o mio re. Godiamo insieme, siamo felici. Il tuo nome è più dolce del vino. A ragione le ragazze si innamorano di te! (CdC 1,1-4).
Ecco l'evidente allusione al vostro costume di appartarvi nei magazzini o nell'archivio della ditta: "portami nella tua stanza, o mio re".

Ma c'è molto altro ancora: Il tuo amore, sorella mia, è così bello, molto più dolce del vino! Il tuo profumo è più gradevole di tutti gli aromi. Le tue labbra sanno di miele, mia sposa, la tua lingua ha il sapore del miele e del latte. Le tue vesti hanno il profumo del Libano. Sorella mia, mia sposa, sei come un giardino recintato e chiuso, come una sorgente inaccessibile. Le tue nascoste bellezze sono un giardino di melograni, di frutti squisiti con piante di cipro, nardo e zafferano, cannella e cinnamoro, ogni specie di piante d'incenso, mirra e aloe e tutti i profumi più rari. Tu sei una sorgente di giardino, fontana di acque vive, ruscello che scende dai monti del Libano. Alzati vento del nord, vieni vento del sud, spandete i profumi del mio giardino. E tu amore mio, vieni nel tuo giardino, gusta i frutti squisiti! Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa. Raccolgo la mia mirra e le mie erbe profumate. Mangio il miele del mio favo, bevo il mio latte e il mio vino. (Cdc 4,10-16 6,1).
"Le tue nascoste bellezze": perché Daniela non si spoglia davanti a te, non ti fa vedere le bellezze del proprio corpo. "Sono venuto nel mio giardino", cioè allude al fatto che tu eiaculi nella bocca di Daniela, che era stata appena paragonata ad un giardino, e "bevo il mio latte e il mio vino" si riferisce palesemente al fatto che poi bevi il tuo stesso seme.

Perciò, caro Claudio, quale prova più evidente che il tuo comportamento è inappuntabile e del tutto consono al volere di Dio?


Vediamo adesso di studiare più in dettaglio l'inconveniente lamentato dalla tua Susanna nel momento in cui si dovrebbe disporre a praticarti la fellatio mattutina, gesto che ogni buona moglie cristiana dovrebbe essere sempre disponibile ad offrire al proprio coniuge. Riferisci che lei si lamenta per il cattivo gusto del tuo sperma. Non può essere che tu abbia cambiato abitudini alimentari, dopo il matrimonio? È un caso che succede di frequente. Perché ne faccio menzione? Ebbene, lo sperma di per sé è un ottimo alimento, nutriente e privo di controindicazioni. Esso contiene svariati oligoelementi, come acido ascorbico, calcio, acido citrico, fruttosio, magnesio, fosforo, potassio, sodio, sorbitolo, vitamina B12 e zinco. Insomma è un vero giulebbe. Vedi quant'è vero ciò che dice Gesù in persona, quando chiama lo sperma "acqua viva": Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Va' a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». (Giovanni 4,10-16). In questo passo, Gesù propone ad una donna di Samaria di insegnarle come praticare la fellatio per ottenere l'acqua via, ossia lo sperma da bere, che la nutrirà e la disseterà senza mai stancarla. Giustamente vuole convocare il marito della donna per istruirla sul modo corretto di praticare la fellatio al suo coniuge legittimo, ma la donna risponde: Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.» (Giovanni 4,17-19). Dunque Gesù non si scoraggia per l'indisponibilità del coniuge della donna, ma, molto probabilmente anche se nel Vangelo non è scritto esplicitamente, avrà acconsentito a che la donna praticasse la fellatio a lui stesso, pur di poterla educare al nobile gesto.

Bene, tornando al tuo caso particolare, è pur vero però che il sapore del seme maschile viene fortemente influenzato dalla dieta. Una dieta sbilanciata può determinare effetti spiacevoli sul sapore del seme. Per correggere questo problema, dovresti provare a consumare molta frutta, in particolare fragole, e limitare caffè e alcolici. Vedrai che Susanna sarà molto più disposta a praticarti la fellatio anche di prima mattina, una volta che avrà degustato il tuo sperma rinnovato nel sapore. Un altro piccolo accorgimento utile può essere accompagnare la deglutizione dello sperma con un sorso di sciroppo d'acero, che è un ottimo dolcificante naturale  e inoltre ha un effetto depurativo. Naturalmente puoi sempre continuare ad avvalerti anche dell'aiuto di Daniela, perché sarebbe un peccato non accettare quello che con tutta evidenza è un dono di Dio.

Un kiloJesus di benedittanza tanto sull'unione coniugale tua e di Susanna, quanto sul sodalizio devoto tra te e Daniela. Che Dio vi guidi sulla Sua Via!

Vostro Moreno

martedì 27 novembre 2012

La giusta via per la Natività

«Egregio sig. Joseph,
sono un fedele da poco rientrato nel gregge di Cristo dopo anni di traviamento e di vita dissoluta. Da ragazzo, reso cieco dal Diavolo, avevo grossi dubbi sulla verità di ciò che mi veniva insegnato a scuola e in chiesa e questo mi condusse a cadere nel peccato e nell'eresia. Per anni sono rimasto accecato, ma lo Spirito Santo mi ha fatto iniziare un percorso di riflessione che mi ha condotto a riabbracciare la fede. Mi sono quindi iscritto al catechismo per poter ricevere il sacramento della Cresima, che tanto sdegnosamente rifiutai nella mia fanciullezza, e ho allo stesso tempo iniziato a seguire un po' del vasto mondo dei siti cattolici, di cui ritengo il vs. blog una delle punte di diamante. Le devo però confessare che continuo a nutrire sentimenti che non sono di pura e inturbata contemplazione nei confronti dei passi più oscuri dell'unica e vera Dottrina. In particolare, nei più oscuri recessi del mio limitato intelletto si insinuano alle volte dei dubbi sul dogma della perpetua verginità di Maria. In effetti, non ho nessun problema a "visualizzare" come Maria sia rimasta vergine dopo il parto, con intercessione divina. Ma di fronte alla verità che la Vergine è restata tale anche durante il parto, la mia intuizione vacilla. Inizialmente pensavo ad un caso di utero didelfo, ma riflettendoci non mi sembra possibile che l'Immacolata avesse questa sorta di imperfezioni. Il parroco della mia cittadina mi ha detto che i dogmi vanno accolti così come sono, e che la loro verità ci sarà chiara nei dettagli quando saremo nell'altra vita. Ciononostante capire adesso la meccanica che ha reso possibile la perpetua verginità della Madonna mi darebbe un granda aiuto dal punto di vista spirituale. Per questo, mi piacerebbe una spiegazione in parole povere del significato fisico di questo dogma. Con affetto,
Gerardo»


Caro Gerardo, lasciami prima di tutto esprimere tutta la mia contentezza di fronte a storie come la tua, che provano come non sia mai troppo tardi per aprire il proprio cuore a Dio.
I nove dogmi della dottrina cattolica dovrebbero essere un pilastro nella vita di ogni fedele, ma purtroppo è diffusa tra i non specialisti una deprimente ignoranza al loro riguardo. Questo è probabilmente dovuto al loro carattere controintuitivo, che rende ardua la missione dei catechisti di annunciarli universalmente. Sovente, a causa della loro tradizionale formulazione oscura, i dogmi vengono addirittura presentati come qualcosa di intrinsecamente ineffabile, da conoscere senza poter sperare di capire. Sebbene abbia avuto periodi di relativa fortuna all'interno della didattica religiosa, questa concezione misterica della verità è del tutto in antitesi con lo spirito della nostra religione, per la quale, usando le parole dell'angelico dottore Tommaso d'Aquino, fede e ragione hanno lo stesso scopo, che è quello di arrivare a comprendere la Rivelazione divina.
È di fondamentale importanza per i catecumeni capire fino in fondo quello in cui credono. La necessità di rendere più chiaro l'insegnamento della dottrina cristiana, rendendo la materia più stimolante e coinvolgente per gli studenti, fu sentita soprattutto negli Stati Uniti, dove la revisione della didattica religiosa fu curata, negli anni '50 e '60, direttamente dal TSSC (Theological Science Study Committee). Il materiale didattico realizzato dal TSSC, che consulto fin dai miei studi giovanili, rimane a mio avviso ancora oggi una delle migliori e più accessibili trattazioni sull'argomento. È in questo spirito che cercherò di esplicitare la natura del parto verginale di Nostra Signora.
Veniamo adunque al dogma che ci interessa. Il suo enunciato preciso è, secondo gli atti del Concilio Lateranense del 649:

la santa Madre di Dio sempre vergine immacolata Maria [...] ha concepito senza seme per opera dello Spirito Santo e ha partorito senza corruzione, permanendo indissolubile anche dopo parto la sua verginità 
(D. 256 [DS. 503])
 
Tu mi dici di non avere problemi nella comprensione della verginità di Maria dopo il parto, cosicché in questa mia risposta cercherò di analizzare la sua perpetua verginità prima e durante il parto, nella speranza di esserti di aiuto nel tuo percorso spirituale, cosa che mi riempirebbe di gioia.
Essendo gli avvenimenti in esame universalmente noti, tralascerò di citare per filo e per segno tutti i passi delle Scritture che li narrano. Resta però inteso che le fonti in uso sono i vangeli canonici secondo Luca e secondo Matteo, i due che raccontano della nascita del Messia.
La verginità mariana antecedente al parto non si rivela solitamente un concetto ostico. Al momento dell'Annunciazione, Maria era fidanzata, ma non ancora maritata con San Giuseppe. Era pertanto ancora vergine, come si richiede a tutti prima del loro matrimonio. L'Immacolata fu indi resa incinta dallo Spirito Santo, che in quanto entità incorporea non ha avuto alcun bisogno di lacerare il suo Venerabile Imene per dare inizio alla gestazione del Cristo. Tantopiù che, come precisato da papa Pio XI nell'enciclica Lux Veritatis, Maria diventò gravida nell'istante in cui ebbe finito di pronunciare le sue celebri parole di accettazione del disegno del Signore. Lo Spirito agì quindi mediante la bocca della Vergine, e non attraverso il canale vaginale. Fu a tutti gli effetti una fecondazione eterologa: Maria fu inseminata da Dio in persona, e non dal suo futuro sposo; e Cristo nascerà con una codominante natura divina oltre che umana. Questo spiega l'altrimenti poco giustificata avversione del Magistero della Chiesa nei confronti della procreazione assistita: la Chiesa non è contraria alla procreazione assistita in sè, ma alla superbia umana che vorrebbe rendersi uguale a Dio, utilizzando secolarmente la tecnica di cui Egli si servì per portare a compimento uno dei punti cardine del suo Progetto per l'umanità. Essa fa pertanto più che bene a condannare questa estrema forma di presunzione, la stessa che fu alla base del peccato originale.
Parlando di peccato originale, non si può non fare menzione di un altro importante dogma mariano, l'Immacolata Concezione. Maria, unica fra i discendenti di Adamo, nacque senza la colpa che tutti noi ci portiamo dietro a causa del gesto sconsiderato di disobbedienza che i nostri più lontani antenati compirono. Questo ha fatto ipotizzare che anche nell'anatomia mariana vi fossero delle peculiarità, per adattare il suo organismo all'oneroso compito di portare in grembo per nove mesi ciò che l'intero universo non poteva contenere. Non però un utero didelfo, mio caro buon Gerardo: in quel caso, uno dei due imeni si sarebbe comunque lacerato, mentre la verginità di Maria è completa e perfettissima.
Per capire come sia stato possibile il parto verginale della Madonna, è utile esaminare il modo con cui la stessa ha iniziato a svilupparsi. Dio diede vita ad Adamo soffiandogli nelle narici, e continua a somministrare il Suo alito a tutti i nuovi membri della stirpe umana, via via che essi vengono al mondo. Si tenga presente che i termini "anima" e "soffio divino", per quanto affini, indicano due concetti differenti: per dare un'idea della loro relazione, si potrebbe dire che l'anima è come l'aria, e il soffio divino è come il vento che la scuote, l'attiva e la fa tendere verso una direzione (per chi possiede gli strumenti spiritodinamici: nella consueta modellizzazione di Navier-Stokes per i moti dell'anima, il soffio divino è visto come un impulso che sposta lo stato del flusso di coscienza dall'Attrattore Terreno - pressochè puntiforme - all'Attrattore Celeste aureoliforme, che come il nome suggerisce è convenzionalmente situato molto più in alto nello spazio delle fasi dell'anima. Se tutto va bene, l'anima resterà per sempre in questa fase, senza cadere nelle insidie dei caotici Attrattori Infernali).
Il soffio divino dura solo un istante, ma farà sentire i suoi effetti per l'eternità. È importante notare che, per poter soffiare qualcosa all'interno di qualcuno, quel qualcuno deve essere provvisto di un interno, ovvero di un celoma. È il Signore stesso che, intorno al quindicesimo giorno di vita, agisce personalmente sul bambino facendo ripiegare le sue cellule, che stavano fino ad allora crescendo in forma sferica, in modo da creare la cavità che costituirà l'interno del suo corpo. Questo piccolo (ma soltanto nelle dimensioni) e quotidiano miracolo viene chiamato, adottando la parola latina gastrula che vuol dire "cavità", la Santa Gastrulazione.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno. (Salmi 138, 16)

Questo toccante passo biblico, che mostra il coinvolgimento divino fin dai primi stadi della vita di un uomo, dovrebbe mettere a tacere i fautori di forme legalizzate di omicidio come l'aborto e la contraccezione post-coitale. È molto triste vedere che persino alcune persone per altri aspetti autenticamente religiose sono titubanti dinanzi al classico dilemma pedagogico che chiede chi sia preferibile salvare tra due embrioni e un uomo adulto: sembra un'ovvietà, ma purtroppo non tutti hanno chiaro che è il numero di anime che conta, e non il peso complessivo.
Durante la Santa Gastrulazione, la giovane persona accoglie in sè la potenza benevola del Signore, che soffia e sommuove la sua anima.
Ora che il corpo del piccolo è pronto ad accogliere il Soffio, l'Onnipotente alita all'interno dell'apertura che vedete in figura, e che viene detta blastoporo. In tal modo infonde nell'anima (o nelle anime, nei casi di mosaicismo) lo sconvolgimento spirituale che renderà innata e permanente la tendenza della persona che sta crescendo verso il cielo.
Anche negli animali si verificano meccanismi simili di ripiegamento delle cellule, anche se non mediati volta per volta dal Signore. I biologi, non senza generare un bel po' di confusione, chiamano anche questi processi "gastrulazione"; ma occorre sempre ricordare che la gastrulazione nell'uomo è una cosa moto diversa dalle "gastrulazioni" degli animali. A livello morfologico i due fenomeni sono spesso analoghi, ma l'essere umano possiede un'anima e ha, a differenza degli animali, la consapevolezza dell'esistenza della gastrulazione, elevandola a nobile fenomeno di crescita interiore oltre che esteriore.
Questo primo, accennato buco che viene a formarsi nell'animale da poco concepito deve, ovviamente, avere una destinazione nel disegno finito del corpo. Nel creare i vari esseri viventi, Dio non ha seguito un modello ispiratore univoco riguardo a ciò. In artropodi, millepiedi, vermi, molluschi, ed in tantissimi altri animali inferiori la Divinità ha destinato il blastoporo a svolgere, nell'organismo sviluppato, la funzione di bocca. Tutti questi animali sono chiamati protostomi, perché in essi la bocca si forma per prima.
 
Ogni cosa che brulica sulla terra è un abominio; non se ne mangerà. Di tutti gli animali che brulicano sulla terra non ne mangerete alcuno che strisci sul ventre o cammini con quattro piedi o con molti piedi, poiché sono un abominio. Non rendete le vostre persone abominevoli mediante alcuno di questi animali che strisciano; e non vi rendete impuri per loro mezzo,
in guisa da rimaner così contaminati. (Levitico 11, 41-43)

I protostomi sono indicati da Dio come degli esseri indegni ed impuri, ed Egli ha pensato per gli animali che si trovano alla sommità della gerarchia ad un'altra destinazione per il blastoporo. In questi animali, chiamati deuterostomi, il foro originario della gastrulazione svolge la funzione di altra estremità dell'apparato digerente.
Anche nell'uomo, la più nobile fra tutte le creature, lo spiraglio da cui irrompe il soffio divino dà origine all'ano, imperciocché così dicono le istruzioni genetiche donateci dal Padre all'inizio dei tempi. Difatti, sebbene non sia molto chiaro di cosa si stia parlando quando si parla dell'embriologia di Adamo ed Eva, nella comunità teologica vi è ormai un sostanziale accordo nel postulare che essi fossero, in un certo qual senso ontologico profondo, deuterostomi. Nella sequenza di basi azotate che il Creatore plasmò dall'argilla in ogni cellula di Adamo vi erano già le istruzioni per uno sviluppo di tipo deuterostomico e, sebbene tali geni non servirono a nulla nel primo uomo, trovarono la loro espressione e il compimento del loro destino nella sua discendenza.
L'originaria deuterostomietà fu trasmessa quindi anche alla Regina della Pace, in al più un'ottantina di generazioni, di modo che anche lei assegnasse la funzione anale al Suo santissimo blastoporo.
Adunque, abbiamo ora tutte le premesse per comprendere in maniera soddisfacente la meccanica che consentì alla Vergine di restare tale anche durante il parto. Cristo non venne certamente alla luce attraverso la sacra Vagina della Madonna, perché così facendo avrebbe inficiato la verginità della madre. Quest'ultima, essendo stata predestinata e concepita dal Disegno Divino come colei che avrebbe dovuto supportare col suo utero la discesa in terra del Salvatore, aveva certamente un'anatomia speciale che consentisse la piena realizzazione del progetto della Nuova Alleanza senza che ciò inficiasse in nessun modo le sue virtù: nello specifico, la possibilità di mettere al mondo un bambino usando altre strade rispetto alla tradizionale via vaginale. L'apertura orale, trovandosi più in alto dell'utero, avrebbe rappresentato una soluzione ardua e per questo è inverosimile che sia stata presa in considerazione dal Sommo Geniere che è Dio; ma non è questo il motivo principale per cui Egli preferì al parto orale un'altra strada. Quale infatti uscita migliore per colui che dovrà suggellare un nuovo patto con tutta l'umanità, se non l'orifizio primigenio dal quale ognuno di noi riceve in principio il suo rivolo dell'Alito dell'Onnipotente? Il parto di Maria fu verginale ed indolore, e si estrinsecò attraverso la beata via rettale della Stessa, e alfine attraverso il suo Santo Ano.
In questo, alcuni hanno anche visto una prefigurazione dell'eucaristia, in quanto il suo stato di grazia ebbe origine tramite la sua bocca e, attraverso le sue caste Interiora, fuoriscì infine dal suo ano.

Un kiloJesus di benedittanza a tutti,
Joseph

sabato 17 novembre 2012

T'amo, Pio Bove

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Esimio Dott. Girolamo, 
ho avuto il piacere di conoscerla nella scorsa Conferenza Teologica di Lugano, ero il suo vicino di poltrona, spero non si sia dimenticato di me, sono il Dott. Enrico Maria Omissis
Le racconterò dell’amaro calice da cui mio malgrado debbo abbeverarmi in questo lugubre periodo della mia vita, confidando in Suo stimatissimo consiglio e pregandola di intercedere presso il Padreterno affinché Egli dia ascolto alle mie sofferte richieste. 
Poco più d’un anno or sono, l’azienda di cui sono fondatore, fu costretta a chiudere i battenti, facendomi rimanere a corto di liquidità e con non pochi debiti da onorare.
Per alcuni mesi riuscii a contenere i danni servendomi del denaro proveniente dalla vendita della mie due vecchie auto d’epoca e di parte dei miei beni immobili. 
In questo modo potei continuare a garantire alla mia seconda e giovane moglie Svetlana, un tenore di vita consono al nostro status quo, rinunciando tuttavia faticosamente a tutta una serie di agi e comodità ai quali eravamo abituati.
Ben presto però, come d'altronde prevedibile, la situazione si aggravò, e la mia consorte cominciò ad accusare un intenso stress dovuto al periodo di ristrettezze economiche, divenendo senza motivo guardinga e misteriosa.
Una notte, la sorpresi nel lasciare la casa in punta di piedi, inconsapevole che non dormivo affatto, ma pregavo ad occhi chiusi. 
Rincasò circa tre ore più tardi, e come prima finsi di sonnecchiare, restando preda dei morsi del dubbio.
Questi, si fecero incontenibili quando in più occasioni, nella sua borsetta, tra le varie cianfrusaglie femminili, trovai una gran quantità di contante ingiustificato, frammisto a valuta estera di grosso taglio, perlopiù russo ed ungherese.
Una sera, notai un particolare che mi lasciò di stucco. 
Un segno inconfondibile sul suo esile corpo: un fulgido rossore ad ambedue le ginocchia. 
Screpolature, abrasioni e graffi che non lasciavano adito ad alcun dubbio.
Ricollegai in un istante tutte le enigmatiche ambiguità accadute nei mesi precedenti. 
Era chiaro che la mia povera moglie Svetlana, avesse segretamente trovato una occupazione part-time per sopperire alla crisi economica famigliare, ed a giudicare dal suo guadagno, doveva trattarsi di un lavoro assai faticoso, ecco il perché delle reticenze dimostrate nel volermelo confessare. 
Ma quello che trovai inconcepibile è che passava evidentemente ore in preghiera sull'inginocchiatoio parrocchiale, sicuramente implorando il nostro risollevamento finanziario che ogni giorno di più, tardava ad arrivare.
Sono contrario al lavoro femminile poiché ritengo che il nobile ruolo della donna debba esser soltanto quello di regina delle mura domestiche, ma nonostante abbia chiuso un occhio su tale vicenda, continuo a vedere le ginocchia di mia moglie, divenire sempre più rosse, notte dopo notte. 
Posso capire che il Signore sia adirato con me e non risponda alle mie preghiere, ma perché ignora anche le sue? 
Mi son sempre ritenuto uomo di Fede, ma ora questa sta fortemente vacillando, ho gran timore di perderla per sempre. Perdoni lo sfogo, scrivo in preda alla disperazione.

Enrico Maria
»



Egregio Dott. Enrico Maria,
sarà per via del fatto che ha omesso la sua descrizione, ma con rammarico le debbo confessare che non ho ricordo alcuno del nostro incontro, spero non si offenda, ma inizio ad avere un’età, e la memoria comincia a barcollare.
Ho letto con attenzione il suo racconto, dal quale trasuda una profonda ansia ed emerge tutta la sua inquietudine per il futuro.
Tutto ciò è senz'altro comprensibile, ma trovo che il suo maggior problema non sia esattamente quello lavorativo.
Non si crucci più di tanto per la perduta occupazione: Dio opera per vie misteriose ed ha già certamente qualche magnifico progetto in serbo per lei.
Detto ciò, mi preme sottolineare un argomento di estrema importanza.
Leggevo che è già il secondo matrimonio, e sebbene non sia previsto un limite massimo, le ricordo che è d’obbligo tra l’uno e l’altro, l’annullamento del sacramento per mezzo del Tribunale della Sacra Rota Romana.
Questo ente, per un cifra che si aggira tra i 4000 e i 6000 €, dichiarerà il primo matrimonio mai accaduto e le renderà la libertà di risposarsi in Grazia di Dio, evitando alla sua ex-moglie, il fastidioso titolo di “adultera”.
Presti ascolto a Luca d’Antiochia: 

Luca 16,18
“Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio”.

È chiaro che l’annullamento del fatto storico, semmai non l’aveste ancora fatto, è la prima pratica da espletare.
Ho già insistito su questo tema ma vale la pena di ricordarlo, visto che è spesso completamente ignorato sia dal credente medio che dal cattolico praticante.
Passiamo ora all'argomento più “delicato”, la questione della sua onorata signora.
Le confido che è per me un compito estremamente oneroso, poiché dal candore dei suoi scritti  presagisco che lei non abbia ben chiara la situazione, pertanto invocherò il nome di Sua Santità Giovanni Paolo II, affinché mi doni la sensibilità ed il tatto necessari per non ferirla o addolorala.
Tutti noi abbiamo nel cuore il ricordo del Santo Padre, che già tremolante ed affaticato, con un leggero accenno di sorriso, disse: 

“Semo romani: volemose bene!”

ma in pochi ricorderanno un altro suo eccelso insegnamento, nella successiva udienza del Mercoledì, quando con lo stesso delizioso accento polacco-romanesco, disse:

“Le corna so come li denti: fanno male quanno spunteno, ma poi serveno pe' magnà”

La prenda con filosofia, le corna sono sinonimo di indulgenza e tolleranza ma anche di solenne prestigio, valgono quale preziosa opportunità per mettere in pratica il perdono Cristiano, portano bene e rappresentano un mirabile segno distintivo con il quale noi Cristiani ci fregiamo da sempre.
Dalla testimonianza del mio omonimo S.Girolamo, nella sua edizione latina “Vulgata” della Bibbia, possiamo evincere che persino Mosè, gran capostipite dei legislatori, fu effettivamente un ignaro cornuto.

Exodus 34:29 
"cumque descenderet Moses de monte Sinai tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod cornuta esset facies sua ex consortio sermonis Dei"

Letteralmente: “scese dal Monte Sinai ignorando d’avere una faccia cornuta”. 
È evidente che si era trattenuto troppo a lungo sul quel monte, subendo da sua moglie la stessa sorte che è toccata a lei, con rispetto parlando, per carità.
Di seguito, ulteriori testimonianze:

Exodus 34:30
"videntes autem Aaron et filii Israhel cornutam Mosi faciem timuerunt prope accedere"

Exodus 34:35
"qui videbant faciem egredientis Mosi esse cornutam sed operiebat rursus ille faciem suam si quando loquebatur ad eos"

Come sappiamo, nelle successive manipolazioni della Bibbia (inclusa l’odierna edizione C.E.I.) l’epiteto “cornuto” venne cambiato per ingiustificato pudore, in “raggiante”, inficiando sul concetto e compromettendo l’intero senso dei tre capoversi latini.
Per fortuna, attraverso molte opere fra cui la grandiosa scultura di Michelangelo Buonarroti, esposta nella Basilica di San Pietro in Vincoli in Roma, vediamo riemergere quell'antica e perduta tradizione dalla quale il Cristianesimo prese forma. 
Non si dimentichi che anche San Giuseppe falegname, padre terreno del Signore Gesù Cristo, fu fra i primi, che per benevola concessione dello Spirito Santo, poterono fregiarsi del nobile titolo di "Cornuto".

Certo, è difficile distaccarsi dalla moderna accezione negativa riservata a questa parola, ma bisogna considerare che ciò era praticamente normale presso le popolazioni abramitiche della casa d’Israele, per le quali tale nomea suscitava grande rispetto ed ammirazione, essendo evidente segnale di autorità e centralità economica, a volte politica.
Il motivo è presto detto: ai capopopolo di villaggio era consentito giovare di una moltitudine di mogli, in genere fino a quattro, ma se la disponibilità economica lo permetteva, anche di più.
Ciò, oltre ad essere indubbiamente indice di un gran potere economico, dava anche adito ad un gran numero di tradimenti.

La maggior parte dei teologi, sostenendo la “fisicità” dei succitati bernoccoli, è d’accordo nel ritenere che una infedeltà coniugale provocasse di fatto, per motivi ancora non chiari, un reale accumulo cheratinico sul cranio del tradito. 
Anche il parere degli storici è unanime: Mosè era davvero un portatore di appendici cornee, così come il suo Popolo, almeno nella stragrande maggioranza.
In seguito il gene portatore di tale mutazione, diffuso ampliamente presso l’antica popolazione d’Israele, sia andato via via regredendo fino a scomparire del tutto, ma lasciando salvo nell'uso comune l’attributo di “cornuto” e nella tradizione pagana il simbolo di abbondanza per antonomasia, la cornucopia.
Non è un caso gli ebrei indossino per tradizione un piccolo copricapo proprio sulla sommità della testa, quasi a voler mimare l’antico emblema aristocratico, nel ricordo di quella peculiarità speciale ormai perduta.
Non è altresì un caso che i Pontefici stessi, come da tradizione abramitica, indossino il vistoso copricapo corniforme, la Santa Mitria.

Mi viene in mente che proprio come Maria, anche la sua omaggiata signora sia una donna assai virtuosa e retta, trovo ingiusto accusarla per la troppa veemenza con la quale mette in pratica la morale Cattolica.
Il sommo insegnamento di Gesù “Ama il prossimo tuo” implica anche questo genere di circostanze, quando l’amore di cui si può disporre è sì abbondante da rompere gli stretti argini del vincolo coniugale.

Diletto Fratello, metta da parte il rancore e faccia spazio al perdono ed alla misericordia Cristiana. Respinga l’indole di condanna e s’adoperi per l’assoluzione morale di sua moglie, come ci insegnò Nostro Signore Gesù Cristo, quando nel clamore del Tempio, perdonò la donna rea d’adulterio, benché non fosse la sua. 
Comprendo quando ciò possa esser difficile per lei; nella società moderna, il timore delle “corna” è assai presente perché ha radici antiche, difficili da estirpare. 
Dopo Adamo, il quale non aveva per ovvi motivi di che preoccuparsi, tutti i popoli e tutte le culture ne hanno sofferto.

Ma solo coloro che hanno Fede, solo i veri Cristiani riescono a portare dignitosamente il peso delle proprie corna, come Gesù portò faticosamente il peso della Croce.

In fin dei conti è il fardello più lieve che vi sia al mondo.
Pur essendo sotto gli occhi di tutti, chi l’ha in capo non lo avverte.

Con stima ed affetto, porgo i miei più distinti ossequi.

Girolamo

mercoledì 7 novembre 2012

La convivenza secondo Gesù


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Caro Moreno,

mi chiamo Roberto, ho cominciato a leggere il tuo blog mentre ero in prigione. Da ragazzo ho avuto una vita senza Gesù e senza regole e mi sono beccato 5 anni di galera per aver orinato sul portone del sindaco, dato fuoco ad una volante dei carabinieri e aver picchiato alcuni tifosi della Juve fuori dallo stadio con un tondino di ferro del 22 ad aderenza migliorata, insieme ad altri Ultras. In prigione ero disperato e continuamente partecipavo a delle risse con gli altri detenuti. Non avevo Fede, e avevo anche iniziato ad usare droghe pesanti con altri carcerati. L'anziano cappellano continuava a farmi visita in galera, cercando di aprire il mio cuore a Gesù, ma io ero ormai preda del maligno e le sue parole non avevano effetto su di me. Un bel giorno però, durante alcune ore di permesso, ho letto sul Facebook di un amico il link al tuo blog. Il sito ha cambiato la maniera di rapportarmi a Gesù. Ho stampato le tue risposte e poco a poco le ho lette nella solitudine spirituale della mia cella. Gradualmente, ho iniziato a riscoprire la mia Fede grazie a Risposte Cristiane. Ho smesso di sprecare il mio seme, e nell’ultimo anno di prigione ho riempito due bottigliette da mezzo litro.

Il mio compagno di cella, che era sempre stato ateo, all’inizio mi ha preso per matto, ma poi quando tra le macchie di muffa è apparsa l’immagine di Padre Pio, si è ricreduto ed ha iniziato a pregare anche lui.

Ho quindi deciso di mettere da parte la rabbia e il male, e diventare una persona rispettabile. Mentre ero dentro, ho iniziato a pregare tantissimo e a comportarmi bene ed ho avuto uno sconto di pena per buona condotta. Nei numerosi permessi premio che ho ricevuto da quel momento, sempre per buona condotta, ho anche conosciuto su internet una bella ragazza, Antonella. Anche lei è una seguace di Risposte Cristiane e proprio questo ci ha spinto a conoscerci e a condividere la nostra Fede in chat. Antonella mi mandava lunghissime lettere in prigione, con il suo profumo che, insieme all'Amore per Gesù, mi aiutava a passare le notti più fredde.

Quando sono uscito di prigione ci siamo fidanzati. Adesso sono una persona per bene e onesta e da qualche mese convivo con Antonella in una bella casa. 



Arrivo alla mia domanda: per caso commettiamo un peccato se viviamo sotto lo stesso tetto? 

Il nostro parroco, Don Giuseppe, ci ha detto che siamo dei peccatori, egoisti e depravati e ci siamo sentiti offesi! Noi ovviamente, anche se viviamo insieme, rispettiamo tutti gli insegnamenti della Bibbia e vogliamo aspettare il matrimonio per fare l’amore. 
Nel frattempo, pratichiamo il sesso orale e anale come ci hai spiegato sul blog e siamo felici e innamorati. Antonella è contenta di preservarsi vergine fino alle Nozze!

Da quando ho conosciuto Risposte Cristiane non mi drogo più e il contenitore in argento dove tenevo le siringhe e l’eroina l’ho fatto benedire durante un pellegrinaggio a Santiago de Compostela, che ho fatto con Antonella appena uscito di prigione come prova del mio pentimento: adesso lo utilizzo per raccogliere il mio sperma. Infatti mai io e Antonella abbiamo sprecato una goccia del Sacro Seme! Il contenitore lo tengo vicino al letto come hai spiegato tu, anche se la maggior parte delle volte è la bocca di Antonella a non mandarlo sprecato, come descritto nella Bibbia.
Allora ho deciso di scriverti per ringraziarti, Moreno, hai salvato la mia vita! Con immensa gratitudine ti annuncio che io e Antonella vogliamo formare una famiglia numerosa dopo il matrimonio! La prima bambina vogliamo chiamarla Morena!
Grazie Illuminati Cristiani! Senza di voi avrei ancora Satana in me!
Roberto
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Caro Roberto, che Dio ti benedica, non devi ringraziare noi, chi devi ringraziare è il Signore, che ha reso tutto questo possibile! Noi esegeti di Risposte Cristiane ci limitiamo a leggere cosa dice la Parola dell’Altissimo e a rispondere alle vostre domande. Il merito è tutto Suo!
Moreno è una persona riservata e avrebbe voluto risponderti privatamente, ma noi altri Illuminati cristiani abbiamo pensato che il tuo racconto potesse servire di esempio ad altri giovani, la tua è davvero una storia a lieto fine come quella del Figliol Prodigo! A nome dello staff di Risposte Cristiane ti ringrazio delle tue dolci parole: abbiamo sacrificato in tuo onore sull’Altare del Signore il vitello più grasso della fattoria di Cristoforo (come la Bibbia prescrive in questi casi) e stiamo celebrando la Divina Provvidenza pregando per te, mangiando braciolette al sangue e bevendo vino rosso in onore del Padreterno! 

Per quanto riguarda tua domanda sulla convivenza, dobbiamo far riferimento al Nuovo Testamento, in cui Corinzi fanno a San Paolo una domanda simile a quella che mi poni tu, caro Roberto.
Devi sapere che nell'età del bronzo gli abitanti della città greca di Corinto non vivevano in Gesù. Credevano in una falsa religione e le coppie vivevano insieme senza essersi sposate davanti a Dio. Poco a poco però, grazie al miracolo della Resurrezione compiuto da Nostro Signore Gesù, a Corinto si stava formando una grande comunità cristiana. I Corinzi, uno ad uno, stavano aprendo il cuore a Gesù e si stavano convertendo al cristianesimo.
Avevano però moltissime domande, e a quell'epoca non esisteva Risposte Cristiane! Le nuove pecorelle cristiane inviarono numerose lettere a San Paolo, proprio come fate voi con il Blog, chiedendo tantissime cose al Santo sui più disparati argomenti. Infatti, San Paolo riceveva regolarmente apparizioni di Gesù e durante quelle visite, poteva chiedere tutto a lui e poi riferire ai Corinzi per via epistolare. La Verità Rivelata a San Paolo, contenuta nella Bibbia, è tra i pilastri della nostra religione. Infatti San Paolo ha scritto ben 13 libri del Nuovo Testamento, per quanto era ispirato dallo Spirito Santo e da Gesù.

La prima lettera ai Corinzi è di fondamentale importanza per il cristianesimo. Ispirata dallo Spirito Santo nel 55 DC, contiene nella risposta i fondamenti della religione cristiana: la purezza dei costumi (5,1-13;6,12-20), le regole su matrimonio e verginità (7,1-40), lo svolgimento delle assemblee religiose e celebrazione dell'eucaristia (11-12), l'uso dei carismi (12,1-14) e le regole sulle carni offerte in sacrificio (8-10).

Per quello che riguarda te, Roberto, ci interessa approfondire una cosa che i Corinzi chiedono a San Paolo: cosa deve fare una coppia che vive in concubinato, senza essere sposata? Devono i Corinzi separarsi dalle proprie fidanzate e tornare a casa dai propri genitori, oppure possono continuare a vivere sotto lo stesso tetto? Una coppia di conviventi deve separarsi quando uno dei due inizia a credere in Cristo?
San Paolo risponde, ispirato dallo Spirito Santo come lui solo sapeva fare, che i ragazzi che stavano scoprendo Gesù potevano continuare a vivere sotto lo stesso tetto senza problemi, e che nessuno doveva separarsi:

Corinzi 7:12-16, “ciascuno seguiti a vivere nella condizione assegnatagli dal Signore, e nella quale si trovava quando Iddio lo chiamò. E così ordino in tutte le chiese. 
E, aggiunge: 
“l’osservanza de’ comandamenti di Dio è tutto. 20 Ognuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.”

La Bibbia ci spiega quindi che chi trova la Fede e sta convivendo, può continuare a farlo senza problemi. Anzi: i Corinzi devono evitare di compromettere quelle unioni d'Amore, obbligando la coppia a separarsi forzatamente. Dio consiglia di lasciar convivere queste coppie, sempre quando osservino i comandamenti.

"Se un fratello ha una moglie non credente, ed ella consente ad abitar con lui, non la lasci. E se una donna ha un marito non credente, ed esso consente ad abitar con lei, ella non lasci il marito"

E vi pare che Dio Onnipotente consiglierebbe di fare una cosa se questa cosa fosse proibita? In questo, come in ogni caso, quello che deve prevalere è sempre l'Amore. Rimanete pure nella condizione in cui vi trovate, la convivenza. E non affliggetevi con queste idee bigotte, non c’è niente di male nel vivere insieme con chi si ama, se si rispettano gli insegnamenti di Gesù e non si "consuma" prima del matrimonio.
Arrivare vergini al matrimonio è particolarmente importante:
Deuteronomio 22:21 Se la giovane non è stata trovata vergine, allora si farà uscire quella giovane all’ingresso della casa di suo padre, e la gente della sua città la lapiderà, sì ch’ella muoia, perché ha commesso un atto infame. Così torrai via il male di mezzo a te.

Ma, se la tua Antonella non perde la verginità, fate benissimo a vivere insieme se siete felici!
La Bibbia prescrive la verginità fino al Matrimonio ma di certo non impedisce a due persone che si amano di stare insieme! Anzi, il vostro Amore è simbolo dell’Amore di Gesù. Solo qualche estremista blasfemo, qualche falso profeta, potrebbe dire che vivere con la persona che si ama è un peccato. Quale contraddizione più grande! Il Signore è Amore, ma impedisce l’amore di due persone? Evidentemente sono idee strampalate inventate da qualche religioso che non capisce cos’è l’Amore. 

Il Nuovo Testamento, come abbiamo visto, ci spiega che non c’è problema nel convivere, se così si preferisce.

Inoltre, cari lettori, una convivenza permette alla coppia di potersi conoscere bene e più a fondo prima del matrimonio. Vivendo sotto lo stesso tetto, due giovani possono provare di persona come sia forte l’unione e l’amore di entrambi. La convivenza permette di sondare meglio il proprio carattere e il carattere del partner, e vedere se ci siano i presupposti per una unione duratura e forte come il Matrimonio, oppure separarsi.
L’importante è fare l’amore solo dopo il matrimonio e rispettare i comandamenti.

Un casto abbraccio da tutti noi di Risposte Cristiane, Roberto, siamo veramente felici per te e ti ringraziamo per averci raccontato la tua commovente storia. Mandiamo una benedizione collettiva a te e alla tua futura moglie Antonella, che è già famosa tra i nostri lettori!

Profundo Martinez