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mercoledì 9 gennaio 2013

Intervista a Girolamo




Mafalda: Eccomi di nuovo in questo elegante salotto, a conversare con uno degli Illuminati di Risposte Cristiane, il Dott. Girolamo, insigne studioso delle Sacre Scritture ed esperto esegeta. Vuol spendere due parole su di lei?

Girolamo: Innanzitutto vorrei ringraziarla a nome dei miei colleghi Illuminati per la sua cortesia e disponibilità, e perché ci offre questo gradevole momento di scambio di opinioni e perché no, di crescita spirituale e consolidamento del nostro Credo religioso. 
Possiamo cominciare.

Mafalda: Bene, ci racconti un po’ di lei.

Girolamo: Mi chiamo Girolamo, ho 42 anni, appartengo alla Confessione Cristiano Cattolica, sono nato in Svizzera, ma vivo in Italia ormai da molti anni.
Conobbi Moreno durante una delle numerose conferenze Teologiche che si svolgono ogni anno nel mio Cantone d’origine, ricordo che ne fui subito rapito; la sua persona emanava un'energia spirituale che mai avevo percepito in vita mia, nel suo sorriso scorgevo la luce della Virtù e nella sua parola, la poderosa forza della Fede, quella che spacca le montagne, che non si arresta neanche davanti all'evidenza.

Il mio percorso spirituale però, arriva da ben più lontano. 
Fin da ragazzino ho sempre manifestato una grande predisposizione per la liturgia, scaturita anche per merito di mia madre, la quale mi leggeva ogni sera una pagina della Bibbia per addormentarmi, come fosse la favola della buona notte.
I miei libri preferiti erano il Levitico ed il Deuteronomio, ricordo che quando mamma terminava il racconto, ero così desideroso di sapere il resto, che stentavo a prender sonno, e così di nascosto prendevo una piccola torcia, e nel buio delle coperte leggevo ore ed ore.

Fui un bambino prodigio, ad appena cinque anni imparai a leggere sul breviario parrocchiale che i miei nonni mi regalarono per il Santo Natale, e in soli due anni, passai alla lettura ed alla prima interpretazione, seppur certamente infantile, dell’Antico Testamento.
Alla mia istruzione, dall'età prescolare a quella adolescenziale, fu deputato un rinomato Collegio Cristiano, nel quale potei proseguire fino alla chiusura del secondo ciclo di studi, al conseguimento della Licenza in Teologia.
Il terzo ciclo invece, lo conclusi in Italia, acquisendo al termine, il tanto agognato Dottorato in Sacra Teologia.

Mafalda: C’è un motivo particolare per il quale, nonostante questo vasto curriculum, lei non abbia mai preso i Voti?

Girolamo: In realtà no, il mio era vero e sincero sentimento per Cristo, non ho mai pensato che dovesse divenire un mestiere remunerato, mi bastava la Fede ed il sentirmi uno dei prediletti di Dio. Tanto è vero che per vivere svolgo un lavoro, come tutti.

Il motivo invece che mi spinse a cominciare gli studi accademici così in anticipo è presto detto, e ben più cupo: mia madre ritenne di allontanarmi da mio padre poiché questo fu improvvisamente colpito da una grave ossessione psicologica, e c’era il rischio che io ne subissi l’influenza, divenendo a mia volta, preda della sua ebbra dipendenza.

Mafalda: Suo padre aveva problemi di alcolismo?

Girolamo: No, di ateismo, aveva smesso di credere in Dio tutto d’un tratto, senza neanche una giustificazione.
Ero molto piccolo e non ricordo il decorso del suo disturbo mentale, ma ho memoria del suo ingiustificato rancore verso l’iconografia sacra, che cresceva di giorno in giorno fino a divenire vera e propria rabbia, esplosiva ed incontenibile, che lo portava giornalmente a nominare il Signore in malo modo, soprattutto quando mia madre lo accusava di essere nato ateo e di essersi finto Cattolico per abbordarla, nell'oratorio ove si erano conosciuti.

L’educazione Cattolica impartitami da mia madre, si scontrava aspramente e spesso con la blasfemia di mio padre, il cui intento era sempre stato quello di indottrinarmi, di farmi il lavaggio del cervello affinché io smettessi di credere in Dio.
Per fortuna lei, instancabile donna di fede, pur di non rompere il sacro vincolo del matrimonio con un divorzio, preferì affidarmi alle cure di quella struttura, di nascosto, un giorno nel quale mio padre era all'estero per lavoro.

Al suo ritorno, appreso il fatto, lui andò su tutte le furie e commise il gesto più vile, varcando l’uscio per l’ultima volta.
Oggi, se mi trovo ad essere sano nel corpo e libero nello spirito, lo devo tutto alla mia cara madre, di cui porto il ricordo e la testimonianza. 
Se dentro di me custodisco i sani principi del Cristianesimo, se la mia devozione a Dio è totale, se il mio orientamento sessuale è ora retto e sano, devo ringraziare soltanto lei, mentre per il mio padre biologico, reo d’averci abbandonato al nostro destino, non provo altro che profondo disgusto.

Mafalda: Cosa c’è che non va nel suo orientamento sessuale?

Girolamo: Ora nulla, grazie a Dio. Ma c’è stato davvero un lungo periodo della mia vita in cui ho sofferto di una terribile malattia, che mi incatenava in una natura a me aliena, che istillava dentro la mia mente pensieri di lussuria insana, che mi rendeva preda di malevoli istinti morbosi.

Ebbene sì, fino ai ventotto anni d’età ho sofferto di omosessualità. Nel mio passato di ex-gay, ricordo l’insostenibile senso di colpa che mi attanagliava dopo ogni rapporto contro natura, ed i Padre Nostri di riparazione che puntualmente ne seguivano.
È stato sicuramente il periodo più nero della mia intera esistenza.
Ma ora è finito per sempre.

Mafalda: Vuole raccontare qualche dettaglio?

Girolamo: Certo, non ho alcun imbarazzo, fa parte della mia storia.
Eravamo in molti in quella struttura, ragazzi di tutte le età, abbandonati dai genitori per la loro condizione di diversi oppure semplicemente fuggiti, come reietti della società, costretti nella vergogna e nel segreto, in attesa di quel sacerdozio che li avrebbe resi refrattari alla pericolosa deriva gay, o almeno questo era quello che credevamo.

Alcuni ardevano all'idea di sposarsi figuratamente con il Cristo; erano convinti che per tenersi lontano dal vizio, bastasse una profonda fedeltà coniugale unita all'impossibilità di commettere, per ovvi motivi, peccati contro-natura con il Redentore.
Purtroppo per loro, quasi nessuno era dotato di cotanta lealtà, per cui taluni cedevano alla tentazione e tradivano Gesù, macchiandosi del peccato di sodomia.

Altresì, era convinzione diffusa che l’apostolato sollevasse in modo definitivo dalle tentazioni poiché si pensava inducesse gli stessi meccanismi psicologici che si manifestano in chi enuncia pubblicamente il desiderio di smettere di fumare o di cominciare una ferrea dieta dimagrante.
I giuramenti pubblici, che altro non sono che voti minori, costituiscono spesso ferrei deterrenti poiché obbligano chi li compie al massimo sforzo di volontà, onde non dover pubblicamente ammettere la sconfitta e il proprio fallimento. 

Inoltre, chi manifesta le proprie rette e probe intenzioni, si sente sollevato e moralmente incoraggiato dai testimoni davanti ai quali si è pronunciato, riuscendo ad acquisire un ulteriore aiuto a perseverare nel bene.
Anche se al giuramento del sacerdozio, assisteva il Testimone dei Testimoni, Dio in persona, inutile dire che queste idee, semplicemente non corrispondevano alla realtà, ma molti di noi lo scoprirono molto dopo.

Reprimendo i nostri istinti animaleschi, non facevamo che sostituire ad una piccola serie di modesti peccati, lavabili con semplice confessione, una grossa esplosione ritardata di omosessualità, con conseguenze catastrofiche su di noi stessi e sull'immagine della Chiesa, costretta purtroppo ogni giorno a minimizzare sulla questione, per salvaguardare giustamente l’onore di quei sacerdoti vittime di ricaduta.
Io era tra i più fortunati: sapevo che non occorreva prendere i voti per guarire dall'inversione, ma bastava soltanto preghiera e dedizione, oltre che concreto aiuto da parte delle nostre esperte guide spirituali.
Mi insegnarono che l’omosessualità andava respinta, combattuta, odiata, io imparati presto a farlo, partendo proprio da quella insita in me.

Mafalda: Lei odia gli omosessuali?

Girolamo: Non l’ho mai affermato. E poi, che io li odi o no, mia cara Mafalda, non fa alcuna differenza, poiché è Dio in persona che li odia, e tanto basta.
A scanso di equivoci, è riportato sia nel Vecchio Testamento:

Levitico 20,13 «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte: il loro sangue ricadrà su di loro.»

Che nel Nuovo Testamento:

Rom 1,24-28-32 «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balia d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno. [...] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.»

Non c’è rischio di mal interpretazione tanto sono chiari e cristallini questi precetti.

Mafalda: L’atteggiamento della Chiesa sembra leggermente diverso però; si sente spesso parlare di indulgenza e assoluzione nei confronti di questi individui. 
Lei come giudica un sacerdote che accoglie al perdono una di queste persone, invocando l’amore infinito ed universale di Dio per tutte le sue creature?

Girolamo: È chiaro che i sacerdoti che adoperano quest’approccio, sanno bene di disattendere i precetti biblici.
Tuttavia è sempre consigliato rassicurare chi si sente colpevole ed è in cerca di consolazione perché soltanto attraverso questa bugia a fin di bene è possibile accaparrarsi la pecora smarrita, prima che il Demonio la marchi e ne faccia servitù.

L’assoluzione è ciò che l’omosessuale si aspetta, la fiducia guadagnata che ne deriva, costituisce il perfetto cavallo di Troia attraverso il quale il sacerdote ha accesso alla sfera emotiva del bisognoso.
In questo modo, senza neanche accorgersene, egli comincerà il suo cammino di confessione, redenzione e liberazione.

Questa prassi fa parte del bagaglio tecnico di qualunque buon pastore, ma purtroppo sempre più spesso mi capita di vedere sacerdoti che non resistono alla tentazione di dire subito la verità all'omosessuale  con il risultato che questi poi s’offende e lascia la Chiesa sbattendo la porta, per non farvi mai più ritorno.
Molte occasioni perse, dunque.

Mafalda: Perché si diventa gay?

Girolamo: Per moda, senza dubbio.
Viviamo in una società corrotta, così satura di benessere ma priva di valori che ai giovani d’oggi cosa resta, se non l’omofilia, come ultimo sfogo di trasgressione contro se stessi e contro Dio?

La colpa di ciò non ricade certo sulla Chiesa, ma su quei genitori che, magari in buona fede, non hanno saputo correggere gli atteggiamenti effeminati dei propri figli, o peggio, li hanno addirittura incentivati (come accade nella cultura atea, ad esempio), senza indirizzarli verso un’espressione dell’amore non in contrasto con le leggi della Natura.
Oltre a questi, ci sono casi rari di persone affette da questo disturbo fin dalla nascita, ed io ero incluso proprio questa categoria di soggetti.

Anche la scienza medica è d’accordo, ad oggi non si riesce a capire se ci si nasce o ci si diventa, ma questo poco ci importa: quello che conta è che questa patologia, al pari di tutte le altre (ed anche peggio, visto che è avversata dall'Onnipotente  sia estirpata dall'umanità attraverso la preghiera e la redenzione.

Mafalda: Quali sono i sintomi di questa patologia?

Girolamo: Vede, io non la chiamerei proprio “patologia”, bensì “psico-patologia”, poiché è un disturbo che riguarda soltanto la sfera psichica, non ha interazioni, se non molto lievi, sul piano fisico.
Sappiamo che colpisce gli esseri umani tra i 5 e i 50 anni, è probabilmente trasmissibile, (pur non conoscendosi ancora il veicolo di trasmissione), e si manifesta anche in molte specie animali.

I sintomi, che un bravo genitore deve saper riconoscere, per i maschi sono: uso di vestiti scuri o stretti, uso di accessori equivoci quali collane, orecchini, bracciali e spille, andatura ondeggiante, taglio di capelli a caschetto o con la frangia di lato a coprire un occhio, smalto per unghie, passione per la moda, narcisismo, cura eccessiva dell’igiene, padronanza linguistica, uso della mimica gestuale e tendenza a masticare a bocca aperta. Ah, non dimentichiamoci della locuzione "cioè", l'indizio più inequivocabile del passaggio all'altra sponda.
I genitori che riconoscano nel proprio figlio due o più di questi sintomi, farebbero bene a correre ai ripari, prima che sia troppo tardi.

Mafalda: Si può guarire dall'omosessualità?

Girolamo: Ovvio, altrimenti non sarei qui a raccontarlo!
Se non ci fossi riuscito, il virus dell’Aids mi avrebbe probabilmente mandato al Creatore.
La cura è dolorosa per il corpo e logorante per lo spirito, ma guarire è possibile, ed io ne sono la prova.

Mafalda: In che senso, dolorosa per il corpo?

Girolamo: Proprio nel senso letterale della parola.
Il trattamento curativo somministratomi, consisteva in una serie di clisteri d’acqua benedetta, per un totale di circa otto litri, una volta a settimana, dopo il Sacramento della confessione, coadiuvati giornalmente con una potente dose di lassativo a base d’olio di lino e tarassaco, a costante monito di corretto uso del deretano.

Il trattamento immunizzante invece, a difesa e tutela della mia integrità anale, consisteva nella pratica della fustigazione delle natiche mediante frasche d’olivo e successiva aspersione delle terga con olio battesimale misto a permanganato di potassio.
Il dolore che ne scaturiva era tanto fisico quanto spirituale, ed il bruciore dell’unguento sui graffi provocati dalle coriacee fronde, era volto ad impedire a chiunque di premere il ventre contro il fondo-schiena dolorante di chiunque altro.

Purtroppo, a volte, ciò mi precludeva per qualche giorno la seduta, ma non ne feci mai una colpa alla mia guida-custode, che incarnava il motto “melius abundare quam deficere” per timore che, risparmiando nerbate, io potessi non urlare di dolore ma anzi sottacere in caso di misfatto.

L’ultimo metodo di contenimento dell’omosessualità, era di natura alimentare e consisteva in una particolare dieta collegiale molto ricca di peperoncino Habanero, la quale fungeva da deterrente poiché provocava in noi una fisiologica e costante piccola infiammazione del tratto rettale.
La capsaicina, veicolo della piccantezza e del bruciore, in caso di atto contro natura, si trasferiva dallo sfintere del ricevente al membro del donatore, inibendo la penetrazione ed evitando il peccato di sodomia.
Ancora oggi pensi, tant'è l’abitudine, non posso fare a meno dei miei adorati peperoncini, che coltivo con amore e dedizione.

Mafalda: Non conoscevo la sua passione botanica... 
Comunque i metodi da lei enunciati paiono molto cruenti, al limite della violenza, non le pare?

Girolamo: Non direi proprio, cara Mafalda.
Maniere ben più severe erano riservate alle “cripto-checche isteriche”, come venivano malignamente nominate le persone gay di quinto livello, anch'esse ospitate dal convitto ma in una apposita sezione della struttura.

Il loro trattamento sanitario, oltre che lunghi ed intensi periodi di raccoglimento liturgico, prevedeva anche percosse fisiche, castigo, umiliazioni psicologiche, e nei casi più gravi, di una o più sedute di esorcismo, volte a scacciare gli immondi demoni dell’inversione. Fui personalmente testimone di un estenuante rito alla fine del quale, il posseduto crollò a terra per un collasso cardiocircolatorio, espellendo con forza dall'ano l’infame spirito che lo abitava, sotto forma di gas nauseabondi. 

Lo vidi rinvenire poco dopo, completamente depurato. 
È alla luce di fatti come questi che io mi sento di difendere con tutta franchezza tali trattamenti che, pur potendo apparire brutali e spietati ai più, hanno permesso la salvezza di centinaia di persone che come me, ora possono ringraziare il Signore di essersi liberati per sempre dall'orrendo supplizio omofilo.

Mafalda: Consiglierebbe il ricovero presso quel suo Collegio ai ragazzi che oggi giorno soffrono di questo morbo?

Girolamo: Beh, proprio il mio stesso collegio certamente no, visto che è stato chiuso parecchi anni or sono.
Però vorrei cogliere l’occasione per svelarle in anteprima il mio progetto e quello di molti altri volontari con i quali collaboro, (non finirò mai di ringraziarli). 

Stiamo progettando in Svizzera, l’apertura di un centro di disintossicazione da omosessualità, una vera e propria clinica di recupero per gay, che avrà anche il compito di fornire assistenza concreta sul territorio (solo elvetico, per ora) e quello di fare prevenzione negli istituti scolastici medi e superiori, mediante corsi di educazione etero-sessuale.

Sarà dissimile dalle strutture collegiali in quanto, essendo più contenuto negli spazi, non permetterà l’alloggio dei pazienti, ma sarà altrettanto efficace, potendo contare sull'efficiente lavoro di molti Cristiani, quali illustri medici, psicologi o semplici volontari. Abbiamo già stanziato una grossa cifra per l’organizzazione e la struttura, siamo in attesa delle relative licenze di esercizio e contiamo di inaugurare il centro per Natale 2013.

Per il momento non posso dire di più, ma senz'altro lei sarà tra i primi ad essere informata degli ulteriori sviluppi.
Guarire dall'omosessualità non sarà mai stato così facile, solo per chi lo vorrà, ovviamente: nel rispetto della libertà di cura.

Mafalda: È un progetto straordinario, aspettiamo con ansia la sua realizzazione, intanto le faccio i miei più sinceri auguri!

Girolamo: Lo credo anche io. E tutti noi, se davvero vogliamo definirci Cattolici, dovremmo aspramente portare avanti la battaglia della Cristianità, che non è soltanto quella in favore della famiglia naturale e contro l’omofilia, ma anche quella contro l’aborto, contro l’uso di cellule staminali, contro l’eutanasia, contro il testamento biologico, contro le coppie di fatto, contro l’invasività della scienza e contro chi avversa il Signore nostro. 

Solo alle persone meno accorte sarà sfuggito infatti, che terremoti, tsunami, uragani, eruzioni vulcaniche ed altre manifestazioni violente della natura che portano morte e devastazione, altro non sono che giuste punizioni inflitteci da Dio per non aver rispettato i suoi comandamenti. 
Questi mali affliggono il mondo, lo porteranno al collasso, non dobbiamo dimenticarlo mai.

Mafalda: Amen, mi vien da dire. Professore, mi duole dirle che il tempo a nostra disposizione è ahimè terminato.
A nome mio e dei lettori, le porgo un sentito “grazie”, ed anche se oggi mi sarebbe piaciuto affrontare pure altre tematiche, devo dire che questo colloquio è stato davvero piacevole ed interessante.
Rinnovo i miei auguri per il suo progetto e le auguro di trascorrere una serena giornata. 

Girolamo: Ringrazio lei del suo tempo dedicatomi, ricambio cordialmente il saluto e che il Cielo la benedica.
La Grazia a lei, ma la Gloria tutta a Gesù.