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lunedì 28 aprile 2014

In Spirito Santo e fuoco

«Caro Joseph,
le scrivo dalla regione di Gash-Barka, in Eritrea. Anche da così lontano, e da una zona priva di copertura telefonica, non rinunzio a una quotidiana e sempre istruttiva consultazione del vostro blog, al quale riesco ad accedere grazie al mio tablet e al mio smartphone. Faccio parte dei "Legionari di Padre Pio", un'organizzazione umanitaria che dal 1987 è in prima linea nell'assistenza dei poveri e dei bisognosi di tutto il mondo, e che attualmente opera in 14 paesi di 3 continenti. Diciotto mesi fa, quando sono atterrato nel distretto di Gogne con l'incarico di sacerdote responsabile per un gruppo di villaggi a nord-ovest del capoluogo, ho immediatamente provato una stretta al cuore dinanzi alle condizioni di vita dei cristiani che vivono in questa periferia del mondo. La siccità, la carenza di cibo, il tifo e l'epatite falcidiavano la popolazione. Giurai di fronte a Nostro Signore che mi sarei adoperato con tutte le mie enegie per migliorare le loro condizioni di vita. A un anno e mezzo di distanza, grazie alle donazioni e al generoso contributo di tanti volontari, che per mancanza di spazio non posso portroppo ringraziare uno ad uno, il mio proposito si può dire realizzato: abbiamo infatti edificato a tempo di record una piccola (ma non per questo meno funzionale) chiesa, completa di illuminazione elettrica e impianto acustico hi-fi. La casa di Dio è diventata un punto di riferimento per l'intera comunità cristiana locale, che nella fede trova sostegno e conforto per tutte le disgrazie con cui la vita è così generosa con gli abitanti di questa terra. Seguendo, in alta definizione, le prediche doppiate in tigrino del nostro beneamato Papa Francesco, un punto di riferimento per tutti noi, essi traggono la forza per continuare affrontando qualunque avversità. Soddisfatti in questo modo i bisogni spirituali di questa sfortunata gente, abbiamo ritenuto opportuno provvedere anche a quelli terreni, scavando accanto alla chiesa un pozzo di superficie. Questa infrastruttura ha iniziato ad attirare persone da tutta la vallata, e un gran numero di famiglie anche proveniente da villaggi lontani diversi chilometri ha preso l'abitudine di mandare ogni mattina qualcuno ad attingere l'acqua dal nostro pozzo, benché alcuni non seguano la nostra Fede. Infatti, devi sapere che in questa regione poco più di un terzo delle anime è cristiano, mentre gli altri seguono la religione di Dragut e di Osama Bin Laden. Scuote profondamente il mio animo vedere dei bambini arrivare, girare con fatica l'argano del pozzo e poi incamminarsi con dei secchi carichi d'acqua sulla testa, sapendo che il loro destino quando il Signore deciderà di concludere il loro passaggio su questa Terra (nella maggior parte dei casi, qui non devono aspettare molto) sarà quello di bruciare all'Inferno per l'eternità. Nella maggioranza dei casi, non dovranno aspettare molto, mentre se raggiungeranno la pubertà saranno spinti dai medici infedeli che ogni tanto passano ad indottrinarli ad usare metodi contraccettivi, cancellando così centinaia di potenziali vite. Inizialmente avevo pensato di permettere l'accesso al pozzo eslusivamente ai cristiani, ma facendo così non avrei fatto nulla per aiutare chi ha più bisogno del mio aiuto. L'idea mi è venuta all'improvviso, mentre mangiavo il cornetto a colazione: dove c'è acqua, può esserci battesimo! Qualcosa forse mi impedisce di benedire l'acqua estratta, e di aspergere con essa i bimbi figli di infedeli, dando loro così, per quanto è in mio potere, la possibilità di essere salvati? Nessuno ha mai tentato qualcosa del genere? Cogliendo l'occasione per invitare lei e tutti i suoi illustri collaboratori a fornire una pleonastica riprova dalla vostra bontà, supportando la nostra organizzazione attraverso un bonifico all'IBAN IT57U0239275824979988016383 (allego il catalogo dei poveri che potete decidere di contribuire ad aiutare), le chiedo se il Signore riterrebbe valido un sacramento condotto in questo modo, quanto ritiene che un sacramento del genere possa essere meritorio agli occhi del loro Giudice Ultimo.
Ossequi,
Don Bartolo»

Caro Padre Bartolo, è per me un onore ricevere una missiva da uno degli uomini che contribuiscono a tenere alta nel mondo la gloria della Chiesa. Col mio stile di vita da appartato studioso, non posso che ammirare uomini come te, che affrontando mille sacrifici viaggiano nelle regioni più indigenti del mondo, per far risplendere anche lì la luce della speranza cristiana. La risposta alla tua domanda è, in linea di principio, estremamente semplice: sia il buon senso che il Codice di Diritto Canonico ci dicono infatti che
Il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori. (Art. 868, §2)
La motivazione di questo principio è chiara: se il bambino in pericolo morirà, tramite il battesimo sarà stato salvato in extremis da un'eternità di sofferenze. Se invece sopravviverà, il battesimo gli garantirà in ogni caso una possibilità non nulla di salvezza. Per quanto riguarda il secondo caso, l'esempio più celebre è forse quello del reverendo Edgardo Levi Mortara.
Edgardo Mortara nacque a Bologna il 27 agosto 1851, in una famiglia ebraica. All'epoca la città godeva del migliore dei governi possibili, quello del vicario di Cristo in Terra. Lo Stato Pontificio che si preoccupava della tutela anche delle religioni diverse da quella cattolica, e garantiva in particolare ai seguaci dell'ebraismo degli spazi tutti per loro. Nonostante la legge vietasse ad una famiglia non cristiana di avere domestici cristiani, i genitori del piccolo Edgardo avevano assunto una cameriera di fede cristiana, la quattordicenne Anna Morisi. Allevato in una famiglia di miscredenti, il bambino ben presto si ammalò gravemente. Temendo per la sua vita, la cameriera gli impartì di nascosto il sacramento del battesimo, cosa possibile anche ai non sacerdoti in casi di emergenza come quello in cui Edgardo si trovava (Codice di Diritto Canonico, art. 861, §2). Forse anche per il provvidenziale intervento di Anna, il bambino sopravvisse. Continuando ad essere allevato in una famiglia giudaica, il suo destino sarebbe comunque stata la perdizione, ma il battesimo fu da solo sufficiente affinché la Provvidenza Divina decidesse altrimenti. Nel giugno 1858, quando Edgardo aveva poco meno di sette anni, l'episodio del battesimo venne alla luce, e la polizia pontificia prelevò il bambino portandolo al sicuro nella Casa dei Catecumeni di Roma, dove ricevette una retta educazione cristiana. Quando, per le vicende che purtroppo ben conosciamo, il potere temporale del Papato ebbe termine, i genitori di Edgardo si recarono a Roma nel tentativo di ricongiungersi al figlio e di riconvertirlo all'ebraismo; ma quando si ha conosciuto la Verità difficilmente si torna indietro, e Mortara rifiutò sdegnosamente di abbandonare il convento dove aveva scelto di praticare il noviziato sacerdotale. All'età di ventitré anni fu ordinato prete in Francia, e nel resto della sua vita si dedico all'evangelizzazione delle comunità ebraiche di tutto il mondo. Come puoi vedere, caro Don Bartolo, il battesimo è tutt'altro che una vuota formalità: come ribadito recentemente anche da Papa Francesco, il battesimo muta radicalmente lo stato ontologico della persona, è "un atto che tocca in profondità la nostra esistenza", il sacramento che permette l'uscita dalle schiere di Satana e l’ingresso nelle milizie di Dio.

Non vi è alcun dubbio che gli infanti che abitano nella zona in cui operi vivano in una situazione di costante pericolo di vita, e che l'unico modo per dare loro almeno una speranza di guadagnarne un'altra è il battesimo. Se ciò non è prassi comune di tutte le organizzazioni umanitarie cristiane che scavino pozzi nel terzo mondo, il motivo va cercato unicamente in difficoltà di ordine tecnico. L'acqua deve infatti essere santificata in contemporanea con la celebrazione di ogni battesimo, per evitare che l'acqua benedetta si disperda eccessivamente nella falda di acqua non benedetta. I tentativi in questo senso, purtuttavia, non sempre si sono rivelati fattibili. Per rispondere alla sua domanda sono andato a rileggere un brillante resoconto sulla gestione di una comunità di missionari in Africa orientale (Beidelman 1982), che mi sento certamente di consigliarti e che tra le altre cose fa un breve riferimento a un'iniziativa non troppo dissimile da quella che stai meditando di attuare. I libri di catechismo recitano che, presenza di elevata benedittanza, nell'acqua da consacrare avviene la reazione di Cana:
  
che genera l'etanolo che consacrandosi grazie alla sua elevatissima conducibiltà spirituale, e transustanziando, qualificherà l'acqua come benedetta. Il caso reale è però, nella maggioranze dei casi, diverso da quello ideale. Per una reazione di Cana perfetta, ovunque nel fonte battesimale si dovrebbe avere sufficiente anidride carbonica per tutta la durata della reazione (tre moli di CO2 iniziali per ogni mole di etanolo all'equilibrio). Anche benedicendo l'acqua con la maggior lentezza possibile, mescolandola per garantire un'areazione adeguata e curandosi allo stesso tempo di mantenere un'irradiazione uniforme di benedittanza in tutto il volume del recipiente, e persino premurandosi di aggiungere bicarbonato alla soluzione per compensare l'impoverimento di anidride carbonica disciolta, è inevitabile che in qualche punto non si abbia l'equilibrio stechiometrico necessario a formare tutti i prodotti. Nel caso più comune, si ha la produzione di tre sole molecole d'ossigeno, e di un'estremamente reattiva molecola d'ossigeno monoatomico). Questi effetti, trascurabili nel caso ci si serva del comune rituale per la benedizione dell'acqua, diventano sostanziali in un caso come il tuo, nel quale dovrai benedire l'acqua nel stretto giro di tempo in cui il fanciullo infedele si trova nei pressi della fonte, poco prima di spruzzarla, o addirittura mentre la starai spruzzando sul catecumeno.
Quando, diversi decenni or sono, l'ordine dei Padri Bianchi iniziò in via sperimentale un programma di battesimi seriali nelle sue missioni (parte di quel concerto di sforzi che ha portato negli ultimi anni ad una mirabolante diffusione del Verbo di Cristo nel continente africano), dovette ben presto abbandonarlo trovandosi di fronte ad un problema inaspettato. Operando in zone come la tua, è d'obbligo disinfettare l'acqua, onde evitare che questa funga da veicolo di propagazione di colera, tifo, epatite e degli altri bacilli che non ebbero necessità di essere caricati sull'Arca di Noè per sopravvivere al Diluvio Universale. L'agente disinfettante adoperato, per la sua economicità e facilità di stoccaggio e trasporto, era ed è quasi sempre l'ipoclorito di sodio (NaClO). In acqua, questo sale si dissocia completamente in ioni Na+ e ClO-. L'atomo di ossigeno spaiato generato da una reazione di Cana incompleta, che in circostanze normali verrebbe prontamente riassorbito dall'acqua (generando una molecola di perossido) o dal terreno, soddisfa così le sue invereconde brame di riduzione strappando l'atomo di ossigeno di un ione ipoclorito:
  
Rimasto solo, e non potendo catturare idrogeno dall'acqua (dato che HCl è un acido forte), il ramingo Cl- non trova allora di meglio che unirsi a una delle molecole di monossido di carbonio che la reazione di Cana sta producendo:
 
(con la transeunte formazione di una molecola di Cl2). Il fosgene, COCl2, è purtroppo un gas altamente tossico, e se inalato anche in piccole dosi provoca emorragie interne e insufficienza respiratoria. La produzione collaterale di fosgene che si ha benedicendo senza grandi cure dell'acqua clorata non è sufficiente a mettere alcuno in pericolo di vita, e le sofferenze che causerebbe nel bambino sono senza ombra di dubbio trascurabili a fronte di ciò che passerebbe nell'aldilà se non ricevesse il battesimo (tantopiù che i sintomi di questo gas si manifestano in genere diverse ore dopo l'inalazione); ma le comunità indigene sono facilmente impressionabili, e in tutte le strutture coinvolte nel programma pilota finirono per rifiutarsi di attingere acqua dalla fonte con sacerdoti presenti.

Si tratta di un impedimento serio, che potrebbe vanificare i tuoi sforzi per mondare questi altrimenti innocenti bambini del Peccato Originale. La soluzione più semplice (ma anche la più costosa) sarebbe quella di servirsi di un metodo di disinfezione più sofisticato, come l'irraggiamento ultravioletto o i composti dello iodio. Considerando d'altra parte che non saranno molte le persone che avranno il cuore di destinare il loro 5 per mille alla tua organizzazione, e non a qualche gruppo di scriteriati ricercatori che si diverte a seviziare animali, mi permetto modestamente di suggerirti un metodo più economico per ricavare acqua santa senza che si verifichi lo spiacevole inconveniente sopra descritto. La normativa ecclesiastica (direttive 2007 della Congregazione per la Dottrina della Fede, come reperibili sul sito vatican.va) prevede che, per potersi definire benedetta, una soluzione acquosa per uso liturgico generico debba possedere una concentrazione di alcool etilico transustanziato pari ad almeno 0.00085 equivalenti per litro; più che sufficiente, cioè, a preservare autonomamente l'equilibrio dinamico
 
Naturalmente non deve - e umanamente non può - spostare l'equilibrio del tutto a destra (si considera sententia bene fundata che lo stesso sangue di Nostro Signore Gesù Cristo contenesse, in modo permanente, una cospicua percentuale di alcool), ma di certo una concentrazione di 0.01 M, corrispondente grossomodo a poco più di mezzo grado volumetrico, le consentirà un'agevole e rapida benedizione. Può ottenere questo etanolo direttamente dall'acqua, per mezzo della reazione di Cana; ma nulla vieta di averlo già in partenza. Per la legge di azione di massa, il rapporto tra le attività di prodotti e reagenti nella reazione di Cana tenderà ad un valore costante (dipendente ovviamente da temperatura e benedittanza): se uno dei prodotti, come l'etanolo, è in forte soprannumero, e sono presenti adeguate quantità degli altri prodotti, la reazione procederà allora nel verso dei reagenti, gasando l'acqua battesimale con CO2 e non generando un solo nanogrammo di ossigeno monoatomico!
Il mio consiglio è allora quello di procurarsi una fornitura di vodka (meglio se ad elevata gradazione) e di versarne qualche centilitro nell'acqua prima di eseguire il sacramento. In questo modo, saranno sufficienti anche concentrazioni quasi infinitesimali degli altri prodotti per portare il quoziente di reazione al di sopra della costante di equilibrio. Idrogeno e ossigeno sono già presenti in aria, e i turiboli delle chiese non sono solitamente avari di monossido di carbonio. Qualora non dovesse funzionare, non ho nessun dubbio che, assistito dallo Spirito, riuscirà ad escogitare una procedura ottimale per ovviare al problema.
I miei più sentiti auguri perché continui nella tua nobile opera, copiosi kiloJesus di benedittanza,
Joseph

lunedì 21 aprile 2014

Nessie: Come punire la moglie adultera se il demonio incombe?


Gentilissimo Fratello Egidio,
Domenica scorsa, durante l'omelia, Don Fecondo ci ha spiegato che gli ultimi giorni son prossimi, che, come annunziato, Lucifero è infine giunto ed opera tra noi.
E' da quando sono bambino che spero di poter assistere al giudizio universale per poter veder il dolore dei condannati man mano che vengono trascinati via dagli orridi incubi, e ho allevato i miei nove figli  alla condivisione della medesima attesa.
Io e la mia progenie aspettiamo in gloria l'Apocalisse quando finalmente potremo gustare la beatitudine perfetta della vicinanza con Dio e del vedere le atroci eterne pene delle anime dannate, e già pregustiamo le carni martoriate del mio vicino di casa e di quella gran vacca di mia moglie che con lui mi tradisce.
La mia domanda è: posso affidarmi alle parole di Don Fecondo o è meglio se lapidiamo la sporcacciona assieme a l'infame Geometra?
La ringrazio anticipatamente.

Luigi


Carissimo Fratello in Cristo Luigi,
nostro Fratello Don Fecondo parla con cognizione di causa infatti Satana, il disgustoso rettile, è infine giunto.
Ovviamente non è arrivato da solo bensì, come fu profetizzato, assieme alla legione delle viscide Bestie infatti l'Apostolo Giovanni, ci riferisce nell'Apocalisse la Parola di Dio, ovvero ciò che gli venne mostrato dall'Altissimo Onnipotente riguardo all'ultimo giorno: E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra, e con lui furon gettati gli angeli suo (Apocalisse 12:9).
Dragoni e serpenti enormi sono infatti ormai stati avvistati in quasi ogni parte del globo terracqueo, e in ispecie, essendo essi incalzati dalle fiamme infernali che portano con se, essi cercano rifugio sempre più spesso nei laghi ove cercano invano refrigerio. 
Persino San Giorgio, diversi secoli fa dovette ucciderne uno e, se così tante opere ritraggono l'evento della liberazione della principessa, evidentemente la cosa non dovete sembrare così strana!
Ma, per li fini che a noi interessano, la nostra attenzione è fissata sul capo branco di questa selva di angeli caduti: Lucifero!
E visto che ancora qualche sacerdote blasfemo si ostina nel dubbio, colgo l'occasione che lei mi ha fornito con la Sua interessante questione per rendere noto il successo di una paziente et imponente azione sul campo compiuta dai nostri migliori Fratelli scienziati.
Essi, forniti dei più moderni metodi di indagine, hanno finalmente dimostrato scientificamente l'esistenza dell'immondo essere e, grazie all'uso metodico di sottomarini, bombe di profondità, sonar supersofisticati e dopo pazienti appostamenti e appropriati esorcismi, hanno stanato il satanasso.
 
Il demonio cerca refrigerio nel lago di Lockness 
Se non bastasse la scienza, che spesso è ingannatrice, negli anni il nostro Santo Uffizio ha raccolto le testimonianze di cento e sessantuno cittadini del luogo che hanno confessato giurando su tutti i Santi e su nostro Signore di aver visto il Drago. 
Abbiamo anche esaminato con estremo scrupolo video e fotografie. Infine abbiamo finanziati altri devoti studi scientifici i quali hanno provato l'indiscutibilità dell'esistenza della Bestia. Giusto  per fare un esempio e per farti notare la qualità di tali ricerche:
E poi, usando il buon senso, del quale l'Altissimo ci ha dotato, come si può dubitare dell'esistenza, così ben testimoniata, del Drago infernale?
Ed è dogma ed è dottrina, infatti, se noi crediamo con granitica certezza che il Nazareno è risorto da morte, che siede alla destra del Padre e che da li verrà a giudicare i vivi e i morti e che il Suo Regno non avrà mai fine, come possiamo dubitare dell'avverarsi della profezia disvelata dallo Spirito Santo?
Malgrado tutto ciò migliaia di demoniaci pellegrini ''nessiani'', stolti che hanno occhi e non vedono, blasfemi e atei, visitano invano annualmente il Lago di Lockness, per poter scorgere il loro orripilante dio acquatico che ha saputo circuire la stampa facendosi soprannominare Nessie, in modo da inviare agli stolti un edulcorato richiamo, ma non inganna certo noi!
I tapini non conoscono la Parola di Dio, che è scritto: Stringerà forse con te un patto, perché tu lo veda? Giocherà forse lui come un uccelletto, per trastullare le tue bambine? (Giobbe, 40:25).
E se tutto tutto ciò ancora non bastasse, anche qualche credente si ostina a comportarsi come l'Apostolo Tommaso, negando anche l'evidenza e liquidando le nostre scientifiche dimostrazioni dicendo che potrebbe essere dovuto ad un numero di cause concomitanti: pesci, storioni, tronchi d'albero, battelli, eccessivo whisky, iperattiva immaginazione, deliberati inganni o addirittura un lucertoloide del tipo del pleiosauro (sic).
Come si fa, in nome di Dio, a credere in tali sciocchezze?
Ebbene, sappiate che a uno di questi scettici buoni cristiani che voleva, il meschino, dimostrare che si trattava di strani pesci volanti, si scaglio addosso repente l'ira del Principe delle oscurità, che lui riconosce i Cattolici dal, per lui, nauseante olezzo di sacrestia.
 
L'amorevole soprannome di Nessie non deve trarre in inganno:
guardate lo scettico un attimo prima di essere ingurgitato dal demonio!
Insomma, i segni sono ormai manifesti, Babilonia la Grande, il blasfemo, diabolico web, è stata ricostruita e si erge nuovamente in tutta la sua vanagloria, il grande drago e le sue bestie sono tra noi - siate lesti - tenete alte le torce, ravvedetevi e purificatevi affinché i vostri peccati siano rendenti - il Tempo è ormai vicino!

Venendo infine alla questione che mi poni riguardo a quei due zozzoni che infangano in tuo buon nome, ricordiamo innanzi tutto come dice Nostro Signore: Se uno commette adulterio con la moglie d’un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l’adultero e l’adultera dovranno esser messi a morte... il loro sangue ricadrà su loro (Lev. 20:10).
Certo, hai visto nel quadro sopra riportato come il demonio aveva ridotto la principessa: non proprio una santarellina, ma uccidendo il drago, San Giorgio l'ha liberata non solo dalle catene fisiche, ma anche dalla possessione (anche se alcune legende narrano che, approfittando della lenta agonia del drago, il Santo abbia colto l'occasione per approfittare della residua presenza di spiriti impuri nel corpo della principessa)!
Purtroppo tu non puoi uccidere il drago (hai visto la fine che ha fatto il poveretto sulla barchetta) e liberare la tua consorte ed il geometra dal demonio, quindi, analizziamo in dettaglio la tua e, soprattutto, la loro situazione e vediamo quali sono i tuoi doveri di buon cristiano nei loro confronti:
  • Devi fare in modo che siano messi a morte.
  • Non è però obbligatorio che sia tu ad eseguire la sentenza, anche se può essere un piacevole dono che potresti gradire da parte di Nostro Signore.
  • Anche se normalmente viene usata la lapidazione, questa tecnica non è obbligatoria; in Ezechiele infatti è detto (16: 40) e faranno venir contro a te una gran raunanza di gente, e ti lapideranno con pietre, e ti trafiggeranno con le loro spade; ed anche (23: 47) La folla le lapiderà e le farà a pezzi con le spade; quindi tale pena è appropriata ma non strettamente vincolante, infatti anche la spada, per esempio, può essere adoperata; non solo, ma Gesù Cristo stesso, successivamente, ha fatto capire di non gradire la lapidazione rispondendo ai suoi che chiedevano Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici? con le famose parole Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei (Giovanni 8: 5-7): probabilmente il Figlio, diversamente dal Padre, preferiva altre forme come lo strangolamento o il soffocamento adottati spesso dalla legge ebraica.
  • Non è neanche vincolante che tu conceda loro il tempo e la remotissima et improbabile possibilità di pentirsi e di dolersi in limine vitae scampando così alle infernali fiamme e agli insopportabili, interminabili e incessanti dolori, anche se sicuramente sarebbe dovere di un buon cristiano.

In base a tali doveri di buon cristiano, hai ben quattro scelte:
  • Puoi aspettare pazientemente il Sommo Giudizio dell'ultimo giorno, peraltro vicino come abbiamo visto, così sarai certo che la tua letizia da beato nell'alto dei Cieli sarà perfetta nell'osservare gli sciagurati nelle strazianti, feroci ed eterne pene; facendo tu finta di niente, certo per tutta la vita, è veramente bassa la probabilità che le circostanze possano indurli al pentimento per cui loro saranno certo dannati, mentre la tua pazienza sarà premiata scontandoti anni ed anni di purgatorio: è certo il caso di dire che porgendo l'altra guancia, anzi più che la guancia, la fronte, otterresti il massimo della pena per loro ed il massimo di sconto di pena del purgatorio per te.
  • Puoi ucciderli, incorrendo sicuramente in qualche problema con le leggi dello stato in cui viviamo che, purtroppo, non applica un diritto ecclesiastico; così facendo, lasceresti loro, come già detto, da buon cristiano, la remotissima et improbabile possibilità di pentirsi e di dolersi in limine vitae; in tale caso sento di poterti consigliare, senza commettere peccato, di optare per lo strangolamento o il soffocamento col cellophane; potresti soffocarli lentamente, senza affaticarti troppo, nessuno estraneo si farebbe del male e potresti protrarre a tuo piacimento la durata dell'esecuzione dando al contempo, seppure immeritata, la possibilità di ravvedimento e di riconciliazione con l'Eterno, guadagnando certo un premio da nostro Signore. Anche in caso di condanna da parte di un tribunale dello stato, come abbiamo appena visto, l'Apocalisse oramai è prossima quindi si tratterebbe di poca cosa rispetto al vicino giudizio di Dio! con questa scelta avresti certo l'amore del Signore per aver cercato di salvare le loro anime, in più, scontando delle pene il terra, tale sofferenza di recherebbe certo vantaggi ulteriori in purgatorio! 
  • Ovviamente puoi ucciderli anche tramite lapidazione attenendoti alle indicazioni del Padre piuttosto che a quello del Figlio, ma qui da noi, lo dico per esperienza, potrebbe essere problematico; esistono parecchie difficoltà per poter eseguire una lapidazione fatta come si deve; in figura più sotto puoi vedere che la tecnica corretta secondo le vigenti norme di sicurezza e di diritto canonico richiede l'interramento dei condannati cosa difficile da effetuare nelle piazze italiane ormai tutte asfaltate. D'altra parte è certo meglio evitare di lanciare sassi nei luoghi abitati non attrezzati allo scopo anche perchè, ricordiamolo, oltre che essere vietato dalle leggi di questo Stato senza Dio, può essere pericoloso per i tuoi figli o per i vetri della tua casa. tale caso mi sembra poco interessante.
  • Puoi infine fare in modo che si trasferiscano temporaneamente (magari offrendo loro una vacanza) in uno stato dove vige un diritto di tipo ecclesiastico; nel caso in questione, pur essendoci pochi cristiani da quelle parti, una qualunque nazione islamica andrà bene; lì potrai appellarti alla legge coranica e farli lapidare nella pubblica piazza senza incorrere personalmente (dettaglio non irrilevante) in problemi con la giustizia del nostro Stato conservando anche una bella foto ricordo vicino al cranio fracassato della tua consorte. La lapidazione di gruppo attuata in un paese soggetto a legge coranica avrebbe però un ovvio svantaggio, esiste infatti il rischio che una pietra venga lanciata da altri con troppa precisione e troppa energia privandoti così del merito della tua sì ardua decisione e dall'ineffabile godimento che si prova a eseguire la volontà dell'Altissimo. In questo caso otterresti vendetta veloce, non correresti rischi legali, lasciando la possibilità del pentimento faresti comunque cosa gradita al Signore, ma potresti non essere tu l'esecutore ...
 
La corretta lapidazione avviene interrando parzialmente i condannati in modo non abbiano la possibilità di divincolarsi e fuggire, quindi gli uomini fin poco sopra la vita, le donne fino alle spalle perchè essendo abituate ad ancheggiare, sarebbero altrimenti avvantaggiate rispetto ai maschi

Qualunque scelta tu faccia, ricorda comunque: il giorno che draghi e serpenti usciranno dalle acque è vicino e con esso è vicino anche il giudizio di Nostro Signore  ché poca cosa sarà ahimè il giudizio degli uomini! 
hai dunque tutta la mia benedittanza

Nel nome del Dolce Gesù e della Dolce Madonna,
vostro Fratello in Cristo, 

Egidio

mercoledì 2 aprile 2014

Dolore, gioia e godimento: dal sacrificio di Cristo al Sadomaso


«
Cari Fratelli illuminati,
Da qualche anno lavoro insieme ad altre colleghe nello studio di un avvocato, molto cordiale ed amichevole, vuole che ci diamo del tu e si fa chiamare da noi Pino; è particolarmente esperto in diritto canonico, per cui le sue consulenze di maggiore rilievo riguardano casi di annullamento di matrimonio presso la Sacra Rota. Ogni volta che otteniamo un annullamento, dice che dobbiamo espiare perché, in ogni caso, si tratta di un fallimento dell’uomo verso Nostro Signore.
Dice che per ottenere il perdono di Nostro Signore per noi, ma soprattutto per gli altri peccatori, occorre provare dolore, perché solo col dolore le pene che dovremo un giorno patire nel purgatorio potranno essere lenite.
Cominciamo a prepararci da qualche giorno prima della chiusura positiva di ogni caso di annullamento: dobbiamo indossare gonne corte ed il cilicio alla gamba sinistra, in modo che lui passando vicino a noi, possa rammentarci la passione di Cristo facendoci sanguinare leggermente la coscia con una gentile "strizzatina" sul cilicio.
Il nostro Cilicio, la nostra sedia
Ha fatto appositamente rifoderare le sedie in stoffa bianca perché possano essere macchiate dalle gocce del nostro sangue in modo da ricordarci sempre il sangue che Gesù ha versato per noi.
Quando il caso è definitivamente chiuso poi, secondo lui, occorre prostrarsi in atto di profonda contrizione; ci fa perciò riunire insieme a lui nella sala riunioni dell’ufficio che ha arredato come una piccola cappella, con crocifissi e ritratti di Sante medioevali. Lì indossiamo tutti, sia noi che lui, un saio molto ruvido, ci fa inginocchiare e mettere a quattro zampe con il volto rivolto ad un ritratto di Nostro Signore con la corona di spine ed il volto rigato dal sangue. A questo punto si offre in sacrificio per noi penetrandoci analmente e, allo stesso tempo, ci frusta sulla schiena con uno scudiscio di cuoio, che tiene sempre sulla sua scrivania, fino a quando le contrazioni muscolari non ci inducono un violento orgasmo pur in assenza di stimolazione, né vaginale, tantomeno clitoridea; a noi sembra di fare delle porcherie da sito porno, ma lo accontentiamo perché è il capo; lui comunque dice che la vera santità si raggiungere solo quando si riesce a provare l’orgasmo come diretta conseguenza del dolore, si commuove per le nostre anime quando questo avviene e ci premia con una solenne sculacciata.
Alla fine, solo dopo averci donato abbondanti dosi di seme nell’ano e averne coperto le ferite sulle nostre schiene (siamo in quattro, poverino!), ci orina sul petto e ci defeca in bocca. Devo dire che, se all’inizio la cosa ci sembrava una vera porcheria da pervertito, ora attendiamo con ansia ogni annullamento perché la strana sensazione di raggiungere un orgasmo stimolato dal dolore ci libera dalle sensazioni negative accumulate durante il caso; allo stesso tempo però abbiamo paura che tali pratiche, al di là delle sue convincenti parole, possano non essere adatte a una buona cristiana.
Quello che non riusciamo a capire è perché dobbiamo soffrire e quindi espiare soltanto noi? Se ha ragione lui, poverino, andrà all’inferno per salvarci: non mi sembra giusto!
Se invece ha torto, essendo entrate nel suo gioco di perversione di orgasmi dolorosi, viviamo nel peccato e passeremo l’eternità fra le fiamme dell’inferno nel girone dei lussuriosi!
Ho tanti dubbi e tanta confusione! Posso ancora sperare di vedere la luce? 
Vostra devota Alba
»

Cara sorella in Cristo Alba,
Non hai nulla da temere. Per una buona cristiana, dolore e piacere non possono esistere separatamente, perché non vi è diritto al piacere se non rammentato dal dolore, da quando Eva ha disobbedito ed ha fatto sì che l'umanità perdesse la vita eterna. 
Le Scritture ci dicono che (Gen 3,16) il Signore alla donna disse: «... con dolore partorirai figli. …»: è il dolore della rinuncia; ma (Gv 16,21) ... dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza ...: è il piacere della vita che si perpetua 
Fecondazione e parto, piacere e dolore, sono le due facce di una stessa moneta, il prezzo pagato per la nuova vità terrena, surrogato dinamico che supplisce all'eternità vera e statica perduta nell'Eden. 
Sapreste infatti distinguere l’urlo di un orgasmo da quello di un parto? 
Piacere o Dolore?
Ma se tutto è da allora contaminato dal peccato, tale peccato va espiato e le nostre sofferenze quotidiane sono in questo dono del Signore. E se il dolore quotidiano non fosse sufficiente?
L'espiazione nel dolore è godimento supremo in Dio; non si può solo attenderlo, occorre ricercarlo con perseveranza: Dio stesso dona a noi supremo esempio e modello da seguire e perseguire.
Chi reputa il Masochismo una perversione non capisce il piacere che deve avere provato Nostro Signore immolandosi per noi nel dolore; il suo calvario è stata fatica fisica, percosse, flagellazione, crocifissione, ferite, corona di spine, soffocamento; ma tutta questa sofferenza è stata una cosa sola col piacere di avere salvato l’umanità dai suoi peccati! 
Espiare la propria colpa nel dolore è infatti solo il primo passo; Cristo è andato oltre: senza colpa, ha offerto il suo dolore per cancellare i nostri peccati. 
Anche noi dobbiamo quindi godere dolore e sofferenza non solo come nostra personale espiazione, ma come atti d’amore supremo offerti spontaneamente per la redenzione dei nostri fratelli e per amore del Signore, (1Pt 2,20) che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. 
 
Le suore, nei collegi femminili, percuotevano lungamente
le terga delle innocenti per propiziare la salvezza delle loro anime ...
 ... ma anche fra di loro non scherzavano: il Purgatorio allora faceva più paura di oggi!
Credi ancora di non essere sulla retta via? Vediamo allora cos'altro ti dicono le Scritture: 
  • se l’eccitazione sessuale (desiderio), nel dolore provato per amore di Dio dai Corinzi, accresce la gioia di San Paolo: (2Cor 7,7) … Egli ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta, come i vostri orgasmi nel dolore potrebbero rattristarlo?
  • Se per San Paolo autoinfliggersi dolore per amore di Dio è cosa santa e gioiosa (2Tm 2,9), … soffro fino a portare le catene come un malfattore, non benedirà forse egli il cilicio che indossate?
  • Se per San Pietro (1Pt 4,16): se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio, non gioirà per l'ostentazione delle vostre sedie macchiate?
  • Ma addirittura il sangue? Certo! Non obbedite proprio alla Legge che infatti dice (Eb 9,22) ... senza spargimento di sangue non esiste perdono, e (Lev 17, 11) ... il sangue espia, in quanto è la vita espiando nel sangue che cola dai vostri cilici strizzati e dalle vostre schiene fustigate?
Solo il sangue espia in quanto è la vita: con l'età che avanza,
meglio non rischiare con penitenze troppo blande!
Solo due piccoli appunti:
  • è necessario che, una volta coperte di seme le vostre ferite, ve le lecchiate a vicenda per evitarne lo spreco, cosa invisa a Nostro Signore che, non sia mai, possa sentire il dovere di punire il vostro amato capo Pino, così come punì a suo tempo, per analoga dispersione, Onan: (Gen 28, 10) Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.
  • Nostro Signore ci dice che (Dt 23, 13-15) Avrai anche un posto fuori dell'accampamento e là andrai per i tuoi bisogni. ... Perché il Signore tuo Dio passa in mezzo al tuo accampamento per salvarti e per mettere i nemici in tuo potere; l'accampamento deve essere dunque santo. Il vostro ufficio è per voi ciò che era l'accampamento per gli antichi pastori ebrei: trovate un posto più consono (avete una cantina abbastanza grande?) e, fintanto che non l'avrete trovato, sospenderete il gran finale con ingestione delle deiezioni del vostro caro avvocato, a meno che non siate veramente confidenti nella vostra abilità di non sprecarne sul pavimento neanche un grammo, per assunzione diretta o, comunque cosa grata al Signore, leccando acuratamente il marmo fino a renderlo lucido, altrimenti il vostro "accampamento" non sarà più santo, Nostro Signore non vi passerà più in mezzo, i vostri nemici non saranno più in vostro potere e perderete le vostre cause.
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Comunque, non solo le scritture ci dicono quanto retto sia il vostro operato, ma anche molti Santi.
Padre Pio, se fosse ancora fra noi, plaudirebbe certo alle vostre azioni; diceva infatti spesso Ama il dolore perché è mezzo di espiazione.
Maria Valtorta, la grande mistica del 20° secolo, ci riferisce parole, ascoltate da Nostro Signore durante le sue estasi, che sembrano narrare di te e delle tue colleghe, sorella Alba:
  • Finché un’anima non accetta di essere ammessa nel “segreto del dolore” che Io, il Cristo, ho gustato fino in fondo, non può pretendere di conoscere a fondo la mia dottrina; quindi tu e le tue colleghe, ammesse al segreto dell’orgasmo nel dolore, siete anime sante
  • Quanto più uno è nella Luce e tanto più accetta, ama, desidera il dolore; la nostra sorella Alba che tanto ama il dolore da provarne orgasmo, è quindi nella luce come hanno profetizzato i suoi genitori scegliendo il suo nome!
  • Se siete tutti una ferita, se da capo a piedi non siete che lacerazione e dolore, ecco che allora Io vi stringo a Me; il piacere che senti nel dolore è l'abbraccio di Cristo sulle ferite coperte di seme
  • E infine Amate dunque la sofferenza e la mortificazione, come mezzi di espiazione e di santificazione; a  coronamento della vostra sofferenza, la mortificazione: orina per dissetarvi, feci per nutrirvi, come, vederemo più avanti, le grandi Sante del passato!
Se qualche dubbio ti cogliesse sull’opportunità di bere orina, ricordiamo la parola del Signore (Prov. 5:15 19) Bevi le acque della tua vescica, le acque che escono dal tuo pozzo; … Che la tua sorgente sia benedetta e fanne la gioia della donna della tua gioventù: oltre ad un evidente inno all’urinoterapia, Nostro Signore insegna che il pene è sorgente benedetta ed è dovere del maschio farne strumento di gioia alla donna che ama orinandole in bocca, azione che è al contempo umiliazione, se offerta da voi a Nostro Signore, ma dono d'amore se offerto da lui a voi, suo amato harem. 
Pratiche di sofferenza e mortificazione per avvicinarsi al Signore erano molto ricercate in epoca medioevale e la maggior parte delle Sante oggi famose vivevano praticamente in simbiosi con Nostro Signore Gesù grazie all’estasi erotica raggiunta nel dolore:
  • La Santa salesiana francese Marguerite Marie Alacoque puliva con la lingua il vomito dei pazienti.
  • S.Caterina da Genova (1447-1510), masticava la sporcizia dagli abiti dei poveri e inghiottiva sterco e pidocchi.
  • S.Angela di Foligno (1248-1309) ha detto: Un pezzo della pelle morta delle ferite dei lebbrosi era incastrato in gola … Non potrei mai esprimere le voluttà che mi assalirono.
  • La suora Caterina di Cardona si flagellava con catene e ganci per ore, fino a raggiungere estasi mistiche e visioni celestiali.

Caterina Cardona si flagella, martoriata a sangue da cilici stretti in vita e al seno: 
certo Nostro Signore non ha sprecato per lei neanche un istante di Purgatorio!
Ma sicuramente una delle figure di maggior spicco per aver saputo coniugare estasi mistica, dolore fisico ed erotismo è la grande Santa del ‘300 Caterina da Siena.
Anche lei andava spesso in estasi; come ci insegna la psichiatria, le estasi sono spesso associabili ad eccitazione sessuale e pare che la Santa amasse raggiungere l’estasi copulando e facendosi dilaniare il fisico per arrivare alle dovute sofferenze estatiche solo insieme a persone di indubbia moralità cristiana.
Da una lettera dell’epistolario della Santa, di cui siamo riusciti a reperire un’antica stampa, sembra che anche il suo Papa, Gregorio XI, avesse ben chiaro come l’estasi erotica e la voluttà del dolore dovessero essere considerate un inno alla grandezza di Nostro Signore.
La Santa scrive infatti al Papa, lontano durante la sua residenza in Francia, una missiva, di cui riportiamo in immagine l’estratto e la copertina, e più sotto, il testo riscritto in italiano più moderno:
Testo originale della lettera di Santa Caterina 
Al sopraddetto Padre Santo mentre era in Avignone, nel nome di Gesù Cristo Crocifisso e Maria la dolce. Santissimo e Dolcissimo Padre, la vostra indegna e miserabile figliola in Cristo dolce Gesù vi si raccomanda nel prezioso sangue suo col desiderio di vedervi uomo virile senza alcun timore di amore carnale di voi medesimo e di alcuna creatura congiunta a voi carnalmente, considerando che vedo al cospetto dolce di Dio è che nessuna cosa impedisce il vostro santo desiderio ...
Il testo antico richiede evidentemente un'analisi: la giovane suora si rivolge al Papa dichiarandosi indegna e miserabile (anticipa il desiderio di pratiche di punizione e sottomissione), raccomandandosi nel sangue suo perché vuole vederlo uomo virile (che il sangue affluisca copiosamente al di lui pene) e senza alcun timore (senza paura di procurare alle sorelle eccessivo dolore nella ricerca dell’estasi mistica di avvicinamento al Signore), anche in gruppo con altre sorelle che si congiungano a voi carnalmente (propone una gang bang con altre sorelle del suo ordine), visto che nessuna cosa impedisce, ovvero, può inibire il santo desiderio sessuale del Papa (era evidentemente noto che il Papa praticava spesso sesso di gruppo al fine di amplificare dolore e desiderio di passione adottando tecniche sadomaso).

Anche il Papa emerito, seguendo l'esempio di Gregorio XI,  si accinge ad accorciare 
la permanenza in purgatorio per le anime di un gruppetto di suorine affezionate
Riguardo alla tua giusta preoccupazione per l’anima del vostro Pino, mi preme ricordarvi che diversi Santi in passato hanno sostenuto che frustare aveva il potere di salvare dall’inferno anche il fustigatore: prodigarsi in tale compito provoca infatti un dolore interiore ed una partecipazione per la propria vittima spesso incommensurabile, tale da provocare, in alcuni casi, imbarazzanti polluzioni spontanee spesso associate a visioni del volto del Cristo approvante.
Molti Sacerdoti hanno sopportato tale triste dovere offrendosi di frustare, flagellare e torturare suore e loro fedeli parrocchiane per ricondurle sulla strada della redenzione e dell'espiazione abbreviando, di conseguenza, il loro tempo di attesa in purgatorio; così è anche per quel sant'uomo del vostro datore di lavoro a cui dovrete eterna gratitudine!
Frate allevia le sofferenze dell'anima di una devota suora
che prega e ringrazia sorridendo per la sua dolce pena
Pensate solo a quei poveri Sacerdoti che, per decisione della Santa Inquisizione, era costretti a spezzare ossa, a dilaniare le carni, strappare con pinze roventi seni e capezzoli, fare penetrare topi vivi nella vagina a povere ragazze possedute dal demonio in modo da liberare le loro povere anime! E, quando finalmente le sciagurate confessavano la loro colpa, finalmente mandarle a morire sul rogo con, nel cuore, la gioia di avere salvato le loro anime.
Se toccasse a voi, cosa scegliereste:
pochi istanti fra le fiamme in vita o l’eternità fra le fiamme dopo la morte?
Il vostro datore di lavoro è perciò sicuramente uomo di fede profonda, seppure sicuramente ancorato ad una religiosità storicamente medioevale, ma non per questo meno valida rispetto alle pratiche odierne.
La sua guida spirituale ha infatti consentito a te e alle tue colleghe di raggiungere vette estatiche impensabili per la maggior parte delle altre ragazze di oggi.
Il vostro pio desiderio di fare comunque qualcosa per la sua anima è però commovente e da incoraggiare.
Sicuramente la prima cosa da fare è che nel giorno in cui voi indosserete il cilicio, lui, al contempo, riempirà di ceci il fondo delle sue scarpe, in modo da soffrire con voi ogniqualvolta sarà preso dal fervore di stringere amorevolmente il cilicio sulla vostra coscia (mi raccomando, una scarpa in tinta coi ceci, Nostro Signore aborre i brutti accoppiamenti di colore!).
 
Il fondo delle scarpe dell'avvocato andrà ricoperto di ceci;
compito delle penitenti stringere accuratamente i lacci
Potrete quindi modificare il manico del suo amato frustino con un arricciacapelli a batterie in modo che possa ustionarsi adeguatamente le palme delle mani quando frusterà le vostre schiene voluttuose, condividendo con voi la gioia del doloroso momento.
 
Frusta modificata con manico/arricciacapelli da tenere sempre acceso e rovente
Infine potrete indossare, sotto il saio, adeguate mutande come quelle proposte più sotto; se non disponibili, avrete cura di infilzare, in una normale mutanda, dall’interno verso l’esterno, puntine da disegno, in modo che, nel donarvi analmente il suo seme, i  santi addominali dell'avvocato ne siano trafitti ad ogni possente cappellata.
 
La giovane devota protegge i suoi sogni col nostro cuscino
e il suo sfintere con le mutande modificate per favorire la penitenza dei percussori anali
Sicuramente cotanta amorevole condivisione potrà condurre la sua anima in cima a vette incommensurabili di vicinanza a Nostro Signore.

Benedittanza quanta il dolore dei penitenti
Quanta i ceci sotto le ginocchia delle sante
Quanta i momenti d’estasi dei flagellanti

Il vostro Illuminato Tancredi