Cerca le Santissime Risposte

domenica 20 settembre 2015

Pastafariani in vetta: una minaccia per la cristianità dei monti?

«
Egregi Illuminati Cristiani,
apprendo con stupefatto sgomento dalla stampa locale, che il giorno di Ferragosto è stato piazzato un manufatto sul Monte Dolada, ad opera di una sedicente "chiesa pastafariana".
Mentre alcuni giornalisti minimizzano il gesto definendolo una "goliardata", a me pare che si tratti invece di un pericoloso, preoccupante segnale.
Dopo la posa, alcuni anni or sono, di una statua del Buddha sul Pizzo Badile (fortunatamente già rotolata a valle), ecco addirittura un "liscafisso", simbolo della religione pastafariana, sulla vetta del Dolada!
Sorge spontanea una domanda: dove andremo a finire? Ebrei, musulmani, induisti, scintoisti, etc, etc, si arrogheranno presto il diritto di esporre i loro simboli religiosi sulle nostre montagne?
Lo spazio già angusto di molte vette, sarà completamente occupato da questi artefatti, impedendo in pratica agli alpinisti di mettervi piede? Ci saranno vette dove non si potrà nemmeno più installare una croce di poche decine di metri di altezza, o edificare una chiesetta a San Bernardo di Mentone, protettore degli alpinisti, oppure un santuario alla Madonna?
Che dire poi di questo "liscafisso"... un feticcio orrendo che deturpa la bellezza di una montagna già avvilita dalla presenza di ben due ripetitori grandi come un campo da calcetto. E poi, giustapporre un simbolo così sguaiato e irriverente, alla santa croce cristiana, mi sembra una mancanza di rispetto intollerabile. Si tratta chiaramente di una provocazione, scorretta e persino laida, vorrei dire; un volgare insulto alla religione cristiana... figuratevi che questi impudichi hanno chiamato la posa del loro squallido simbolo "la grande erezione", con evidente allusione ad un atto osceno!
Urge prendere posizione contro questo genere di abusi! Subito!
Distintamente,
Reinhold
»

Caro fratello in Cristo Reinhold,
la tua segnalazione merita la massima attenzione. Ho sospeso il mio corso di approfondimento ecclesiologico per analizzare bene il caso.

Noi di Risposte Cristiane abbiamo già esaminato la nuova religione Pastafariana Il pastafarianesimo è una religione vera? e la nostra conclusione è che si tratti in realtà di una variante del Cristianesimo, quindi sarebbe una religione compatibile con il culto dell'unico vero Dio e Signore, Gesù.

È chiaro tuttavia che il pastafarianesimo è fortemente lacunoso in quanto non fornisce risposte chiare ed esaurienti ai molti interrogativi che oggi i fedeli si pongono, interrogativi ai quali invece noi esegeti, per mezzo della Bibbia e guidati dall'illuminazione divina, diamo risposte precise e dettagliate.

Non si può pertanto accettare che il simbolo di un "dio minore" venga arbitrariamente accostato al simbolo del Cristo Redentore dell'Umanità. Il "liscafisso" sulle cime delle montagne non ci deve stare, quelle sono appannaggio dell'Altissimo, che non si chiama certamente così per caso ma proprio perché è il più alto. E cosa c'è di più alto delle cime delle montagne?
La grottesca locandina della "grande erezione": i pastafariani pretendono di equiparare il loro "liscafisso" al crocifisso cristiano!
Ma per rimuovere ogni dubbio in merito a quanto affermato, consultiamo ancora una volta la Sacra Bibbia, il Libro scritto personalmente da Dio attraverso i Suoi Profeti. Nella Bibbia si trova tutto quanto ci occorre sapere.

Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. (Esodo 20,4). Non vi farete idoli, né vi erigerete immagini scolpite o stele, né permetterete che nel vostro paese vi sia pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono il Signore vostro Dio. (Levitico 26,1). Se vi farete immagini scolpite di qualunque cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore vostro Dio per irritarlo. (Deuteronomio 4,25). Da questi precetti emerge chiarissima la proibizione di erigere idoli o simboli da idolatrare, sia che si tratti di immagini scolpite o stele. Il liscafisso del Dolada è in acciaio brunito, quindi rientra nel novero delle stele. E si tratta di una cosa terribilmente irritante per il Signore, questo è detto molto chiaramente.

Nella Bibbia, vediamo che la vera e unica fede Cristiana respinge i pagani e impedisce loro di scendere a valle: Gli Amorrei respinsero i figli di Dan sulla montagna e non li lasciarono scendere nella pianura. (Giuda 1,34). Che stiano attenti i pastafariani perché potrebbero non riuscire più a tornare giù dalle montagne dove piazzano i loro blasfemi liscafissi!

E se non basta, all'occorrenza il Signore scatena un esercito: Di là, con tutto il suo esercito, fanti e cavalli e carri, Oloferne si diresse verso la montagna. (Giuda 2,22).

E ancora: Non è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! (1Corinzi 5,6-7). Ecco cosa dice la Bibbia: non è bello il vanto dei pastafariani, ossia la loro superbia nel voler accostare il liscafisso alla Croce di Gesù. Chiarissimo ed evidente il riferimento alla pasta, che dà il nome alla nuova religione. E aggiunge che i pastafariani sono "azzimi", quindi destinati a sgonfiarsi in men che non si dica.

Eppoi Gesù ha moltiplicato i pesci e ai pastafariani è rimasta solo una lisca! Tant'è vero che hanno un misero dio di pastasciutta, mica come l'unico vero Dio che ci offre la sua carne e il suo sangue, altro che una misera lisca da spolpare con due spaghetti!

Bisogna pertanto provvedere subito a fermare questa contaminazione delle cime da parte dei simboli pastafariani. Ci appelliamo alle Autorità affinché dispongano la bonifica immediata del Monte Dolada dal liscafisso pastafariano, e vietino espressamente l'erezione di simboli diversi dalla croce cristiana sulle vette delle nostre montagne. Gli alpinisti veri, come te, dovrebbero sostenere a gran voce questa campagna, non come ha fatto un tuo celebre omonimo, lo scalatore Reinhold Messner, che invece si è espresso contro le croci sui monti! Stiano bene attenti lui e gli altri detrattori della Sacra Croce, perché il Signore Iddio è paziente, ma quando si scatena la sua rabbia, colpisce senza pietà. E in montagna, si fa presto a rimetterci le penne... un piede in fallo, un appiglio che si stacca, un sasso che precipita... e ciao! Siete avvisati, alpinisti anticristiani!

La benedittanza del Signore ti ricopra come una fitta nevicata.

Moreno

17 commenti:

  1. Da tempi immemorabili, le cime delle montagne sono state rappresentate in forma di “epifanie del sacro”, sedi di divinità o di presenze demoniache. Ma, proprio per questa loro valenza sacrale, le vette erano spazi interdetti all’uomo, luoghi da evitare in quanto protetti da divieti e da tabù culturali. La cristianizzazione delle valli alpine, più lenta rispetto all’evangelizzazione delle città, ha lasciato tracce di pensiero magico nelle comunità di montagna. Fra queste, l’interdizione nell’accesso alle vette. La penetrazione dei simboli cristiani interesserà gradualmente le società rurali delle Alpi formate da contadini e da pastori, ma riguarderà gli spazi della vita sociale: sentieri, mulattiere, strade, prati, campi, boschi, pascoli oltre, ovviamente, ai villaggi. Piloni votivi, capitelli, edicole, immagini, croci incominceranno a disegnare i paesaggi della montagna abitata e vissuta. Le cime non erano incluse, infatti, dentro il perimetro dello spazio umano. L’indifferenza e la diffidenza per le fasce sommitali era pressoché totale nelle popolazioni alpine. Pertanto, le croci disseminate nella media montagna coltivata fanno parte integrante del paesaggio culturale fino ai nostri giorni. Viceversa, le croci sulle vette sono il portato della frequentazione cittadina della montagna iniziata con l’affermarsi del turismo. Al seguito di tale fenomeno anche le comunità valligiane, su iniziativa dei parroci e delle associazioni religiose popolari (confraternite), avvieranno la pratica di santificazione delle vette mediante il segno materiale per eccellenza della fede, la croce di vetta. In concomitanza dell’Anno Santo del 1900, la Chiesa incoraggerà la loro capillare diffusione allo scopo di testimoniare la dedicazione del nuovo secolo alla devozione cristiana e per contrastare visivamente il veloce processo di secolarizzazione in atto nella società europea. Anche nell’Anno Santo 1950 vi è stata una forte proliferazione di croci di vetta, che è continuata negli anni fino ad oggi. Il tema è assai delicato in quanto rischia di alimentare una contrapposizione fra laicismo e cristianesimo se viene affrontato in maniera non culturalmente matura. Il rischio è quello di generare nuove crociate. Spesso si fa riferimento alla tradizione per giustificare il mantenimento e la proliferazione delle croci, come se la tradizione fosse un dato ontologicamente fondato nella realtà oggettiva delle cose. La tradizione ha sempre un inizio ed è comunque un’invenzione, anche se contrassegnata da durate temporali diverse. Si tratta, infatti, di una “innovazione riuscita” che si è imposta selettivamente su altre innovazioni non riuscite. Non per questo essa può essere destituita di legittimità. Il problema posto recentemente dall’Associazione Mountain Wilderness solleva, invece, una questione già da tempo proposta, in chiave paesaggistico-ambientale, da molti frequentatori della montagna. La provocazione non può, né deve, essere letta in chiave manichea o di contrapposizione fra buoni e cattivi, fra laicisti e spiritualisti. Essa richiama, invece, principi di sobrietà nella diffusione, realizzazione ed installazione di segni devozionali spesso decisamente fuori scala. Questi ultimi, infatti, più che suscitare sentimenti di intima religiosità, fanno pensare a tentativi di ostentazione di una religiosità urlata, imposta, gridata. Essa non aiuta certamente a riflettere, a meditare, a contemplare la natura del creato con animo religioso. La stessa Commissione Pastorale dell’Arcidiocesi di Trento si è espressa in questi termini. Si può fare, allora, la seguente riflessione filosofica: se, in riferimento al tempo, il senso dell’eternità può essere racchiuso nell’istante, lo stesso vale per lo spazio. L’immensità del cosmo acquista valore nella semplicità e nella piccolezza delle dimensioni. Non vi è proporzione diretta fra segno e significato, in quanto il segno è sempre limitato nei confronti dell’infinito significato che lo trascende.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In estrema sintesi, quindi: piccolo è bello.
      Pur non sentendomi di abbracciare in toto questa tesi, non posso concordare sul fatto che le dimensioni tutto sommato ridotte del Sacro Liscafisso pastafariano non lo fanno affatto sfigurare accanto alla crociona metallica, anzi!
      Le straordinarie doti artistiche del Mastro Liscafissiere hanno fatto sì che la cima del Dolata acquistasse in bellezza, per la gioja e il nutrimento spirituale di tutti i frittelli pirati alpinisti. RAmen!

      [Capitana Pastasciutta]

      Elimina
  2. Io, in quanto Gran ebbro fabbro costruttore del sacro liscafisso, mi sento profondamente offeso dalle parola qui sopra espresse.
    Il signore in questione, descrive la mia creatura come qualcosa di orrendo ed insano.
    Ebbene ed ordunque, non è nessuna di queste cose ma, l'espressione bellissima ed inequivocabile dell'unico vero dio: Il Prodigioso Spaghetto Volante!
    Esso, mi venne in sogno dopo una sessione di bevute rituali della sacra bevanda e, ungendomi con le sue sugose appendici, mi ha ispirato questa monumentale opera artistica spirituale realizzata nel genuino e puro acciaio inox aisi 304!
    In fede e con affetto, Oscuro Silente Omega il cupo bevitore gran ebbro fabbro fresco-vino del medio campidano!
    Che il Prodigioso vi unga tutti con le sue sugose e benevoli appendici!
    RAmen!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi associo alle tue parole Gran Maestro Ebbro Fabbro. Il Liscafisso è bellissimo e la croce del monte Dolada, diciamolo francamente, è brutta forte!

      Elimina
    2. Ramen Ebbro Fabbro, ramen!

      Elimina
    3. Non AISI 316 ??? Stiamo offendendo il Prodigioso con dell'inox scarso? .... :(

      Elimina
    4. Ramen Ebbro Fabbro!
      Sono rammaricato dalla cattiveria espressa nei confronti del prodigioso Spaghetto Volante.
      Lui vi ama tutti anche se non credete in lui e presto vi ungerà per rivelarvi la verità.

      Elimina
    5. Matteo, il prodigioso tramite la sacra bevanda ti ha unto ed io mi onoro nel darti il mio supporto.
      Non ti sentire offeso, sei un maestro di arte sacra e dovresti essere resistente alle provocazioni così come il tuo aisi 304 lo è per le corrosioni (e il 316 ancora di più).
      Sempre sia scolato.

      Elimina
  3. Cari amici di Risposte Cristiane, carissimo Moreno,
    anche nel Libro Sacro del Prodigioso Spaghetto Volante si trovano le risposte a chiare lettere: basta cercarle.
    "Il Pirata Mosè desiderava una nave pirata e accantonate tutte le istanze sindacali dichiarò che lui e i suoi seguaci sarebbero diventati Pirati e condusse i Pirati sulla cima del Monte Salsa" (Pag. 79) dice il Prodigioso, ricordandoci che anche se noi pirati siamo un popolo di marinai, è sulla cima delle montagne che ci troviamo più vicini al nostro Creatore.
    E ancora, dalla Lettera del Profeta Bobby Henderson al Kansas School Board "P.S. Ho incluso un disegno di Lui mentre crea una montagna, alberi, e un nano. Ricordate, siamo tutti Sue creature." poiché una delle prime cose che il PSV si preoccupò de creare fu proprio una montagna (o forse lo fece per sbaglio dato che era ubriaco al momento della creazione).
    Questo, cari amici, vi dimostra che le montagne sono senza alcun dubbio sacre anche per noi pastafariani e perciò continueremo a ornarle con i nostri simboli affinché gli alpinisti pastafariani, raggiunta la vetta, trovino un punto di ristoro per la loro anima. Le birre invece, se le dovranno portare nello zaino (e riportare le bottiglie a valle per non inquinare).
    Che la Pasta sia sempre con voi e con il vostro Spirito alcolico. Sia eretto il vostro pesce come noi erigiamo la nostra lisca, e se no, c'è sempre la pillola blu.
    Ramen.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. fratello in piatto di pasta Marco De Paolini, anche la vera fede di Cristo in quanto a spirito non è da meno, leggi la parola del Signore http://rispostecristiane.blogspot.it/2014/07/poveri-di-spirito-ma-ricolmi-dello.html
      benedittanza!

      Elimina
    2. Paolo il pentito, so che lo fai in buona fede, ma il frittello Marco De Paolini altro non è che il Pappa della nostra amata religione, orsù un po' di rispetto quanto meno per il pastefice massimo.

      Elimina
  4. Moreno, torna al corso di approfondimento ecclesiologico, che del tuo pensiero oscurantista ne abbiamo abbastanza...

    RispondiElimina
  5. La religione pastafariana, e di conseguenza anche la Chiesa Pastafariana Italiana che ne diffonde il credo, ha grande rispetto per tutte le altre religioni. Infatti, essendo multi monoteista, non vieta in alcun modo di essere allo stesso tempo Pastafriani e Cristiani, Musulmani, Induisti, ecc...
    Ti dico questo perchè dalla tua frase:
    "E in montagna, si fa presto a rimetterci le penne... un piede in fallo, un appiglio che si stacca, un sasso che precipita... e ciao! Siete avvisati, alpinisti anticristiani!"
    si evince che non hai approfondito correttamente l'argomento e il tuo post è risultato antipastafariano e l'accusa di essere anticristiani risulta alquanto fuori luogo così quanto il non troppo velato augurio di avere incidenti mortali. Fortunatamente la scienza dice che la religione non influisce sul numero di incidenti.

    Che il PSV illumini l'oscura via che stai percorrendo conducendoti verso l'illuminazione.
    Va in pace e segui l'esempio del tuo profeta (NB: non di suo padre!)

    RispondiElimina
  6. il pastafarianesimo é il futuro, sia lode e aquolina al grande spaghetto

    RispondiElimina

Cari fratelli e sorelle in Cristo, i commenti saranno moderati per evitare che eventuali intemperanze possano offendere i nostri lettori più sensibili. Sappiatevi regolare.