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venerdì 7 maggio 2021

69 coniugale

 

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Gentile Sig. Moreno,
ho scoperto con grande e positiva meraviglia la chiarezza, specificità e puntualità dei contenuti da lei divulgati attraverso le sue preziose ed esaurienti risposte ai quesiti di noi miseri peccatori, malgrado la "ruvidezza" degli argomenti trattati. Questa meraviglia scaturisce dal non essere ancora riuscito, all'età di 48 anni, ad avere risposte esaurienti e chiare da parte dei vari sacerdoti, di volta in volta interpellati. Avrà indovinato, la solita etica coniugale! Ebbene sì, alla mia età, dopo le sedute di catechismo pre-eucaristico (voglio sottolineare, avvenute durante gli anni sessanta, quando il "Male" era ancora chiamato "Diavolo"), il corso pre-matrimoniale e l'attenta lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica, ancora avevo le idee piuttosto confuse riguardo al sesto e al nono comandamento. Dopo la lettura delle risposte ad alcuni quesiti postile, ho certamente le idee più chiare, e di questo la ringrazio infinitamente e devotamente, mentre la incito a proseguire lungo questa strada; forse non immagina (ma credo, invece, meglio di me) quante coppie, all'interno (o meno) del matrimonio, si riducono in una crisi spesso, purtroppo, grave ed irreversibile, anche per essere privi di una guida rassicurante ma, nello stesso tempo, chiara e perentoria.

Desidero premettere che sono cattolico osservante, sposato e con due adorate figlie, un matrimonio basato, dall'origine, su un grande amore giovanile, e dico questo non per promuovermi, ai suoi occhi; se mi presento a lei ancora con "certi" dubbi è ben chiaro che mi sento un peccatore, e di quelli forti; soltanto vorrei le fosse altrettanto chiaro che questa richiesta rappresenta, per me, uno dei molti, reiterati, presidi che ricerco, insieme ai canonici (preghiera, riconciliazione ed eucaristia) per oppormi al male (o al Diavolo!). Aggiungo, se mi permette, una piccola considerazione: dopo tutta la "trafila" sopra accennata, gli sforzi continui svolti, la conseguente amarezza e senso di inadeguatezza e di sconforto, davanti a Dio, per i miei peccati, mi sembra (appena) di aver capito che l'essenza del cammino di un buon credente sia, molto semplicemente, cercare di piacere a Gesù, e di non procurargli dolore, che, peraltro, prova di riflesso, per l'offesa a noi stessi procurataci. E magari vi riuscissi, ma tento, questo lo posso dire, con tutte le energie, anche se con modesti risultati.

Veniamo ai dubbi. Dovrò essere brutale e molto esplicito, anche se mi viene in moderato aiuto la terminologia latina, e questo mio malgrado. Mi scuso anticipatamente.

Mi risulta ancora difficile discernere la liceità o meno di alcune pratiche che, nel mio caso, preludono l'atto coniugale vero e proprio; sarebbe molto facile, per così dire, scremare, ed evitarle a priori, se non fosse che esse risultano, per me e per mia moglie, oltre che, come detto, difficili da qualificare, quasi imprescindibili dell'atto stesso, e si manifestano con un'attrattiva fortissima, che non saprei meglio definire, come diabolica. Da queste ultime parole capirà che tale pratica non è vissuta serenamente.

Mi riferisco al cunnilinctus (per chiarezza, da parte mia nei confronti della zona genitale di mia moglie) ed alla fellatio (da parte di mia moglie nei confronti della mia). Devo precisare che questi atti, quando svolti, non sono condotti all'orgasmo, sono esclusivamente preliminari all'atto coniugale, e funzionali al raggiungimento di uno stato di eccitazione propedeutico a tale atto, eccitazione le cui dinamiche tendono al rallentamento, vuoi per l'età che per il tenore stressante della vita. Talvolta, sono accompagnati da un accenno di masturbazione reciproca. Collegandomi al successivo quesito, sulla contraccezione, forzosamente e considerandolo un male minore, l'atto coniugale viene completato con il coito interrotto.

Nel mio ragionamento, sono portato a considerare i gesti di cui sopra, in fondo, null'altro che baci e carezze. Il piacere indotto da tali baci, nel contesto di un gioco amoroso in cui tende ad attenuarsi la razionalità ed a prevalere l'istinto, viene pur ricercato, inducendoci vicendevolmente nella condizione di maggiore eccitazione possibile, per meglio soddisfare l'altro, quindi con spirito altruistico, improntato ad amore reciproco (o così crediamo!).

L'atto coniugale (probabilmente fortemente snaturato) così concluso, al contrario delle aspettative, genera però, successivamente, una sensazione di disagio, se non di amarezza, meglio, di non totale appagamento, che non riesco a discernere se sia conseguenza dello sconforto, che sempre accompagna il peccato, piuttosto che della disconoscenza che esso, per la particolarità del nostro caso, vedi il capoverso successivo, non sia, piuttosto, corretto nelle sue modalità. Ciò mi induce, inoltre, a non vivere serenamente il rapporto con Dio e con l'Eucaristia, sentendo il bisogno di dovermi reiteratamente confessare; nello stesso tempo, evidentemente, non riesco a liberarmi, come detto, o dal male in sé o dal dubbio esposto.

Per inciso, dalle sue precedenti risposte, mi sembra di intendere che il sesso orale, come pure la masturbazione reciproca e addirittura il sesso anale possono essere considerati preliminari leciti.
Vorrei un chiarimento che possa definitivamente dirimere i dubbi di cui sopra.

Mia moglie, dopo un tumore al seno e la conseguente terapia, è andata in menopausa farmacologia, a 43 anni, quindi precocemente. Per avere una relativa certezza di infecondità dovrà trascorrere ancora più di un anno. Per lei, o meglio per la migliore profilassi delle possibili recidive, una eventuale gravidanza potrebbe essere fortemente controindicata, determinando uno squilibrio ormonale ed una interruzione della terapia ormonale che sta effettuando e che, insieme alla chemioterapia, l'ha condotta, appunto, alla menopausa; infatti tale condizione dovrà essere mantenuta, a detta dei medici, ad ogni costo, come ulteriore ostacolo alle recidive. In questo caso, non sembrando opportuna, né attuabile, l'adozione di un regime di castità completa, né l'adozione di metodi naturali, mancandone le condizioni attuative, vorrei sapere se è lecita una forma di contraccezione e, se sì, quale.

Legato a quest'ultimo aspetto, ma non di interesse personale, ormai, vi è, o meglio, vi fù, in me, un forte disagio, nell'accettare la congruenza fra il rispetto del disegno divino, espresso attraverso l'uso dei metodi contraccettivi naturali, e l'intenzionalità di evitare una gravidanza. Le artificiose e spersonalizzanti procedure ad essi legate, l'elaborazione di calcoli e tabelle, a mio avviso, rimarcano, in maniera ancora più incisiva, questo aspetto, appunto, di intenzionalità, di espressione della precisa volontà di raggiungere l'obiettivo di evitare, o, comunque, di rendere improbabile, la formazione di una nuova vita. Come si può, mi chiedo, sentirsi in sintonia con il progetto unitivo-procreativo, connaturato all'unione matrimoniale, a fronte dell'evidenza che il fine contraccettivo viene così esplicitamente perseguito?

Accetto di buon grado le indicazioni ed i precetti di vita spirituale che riterrà utili.

Per quello che può valere, indegnamente, la ricorderò nelle mie preghiere.

La ringrazio molto e la saluto calorosamente,
Gustavo
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Carissimo Gustavo, devoto fratello in Cristo,
ti ringrazio anzitutto per gli apprezzamenti relativi alle nostre risposte. La lode in definitiva va al Signore, perché si tratta delle Sue risposte e perché continua ad assisterci nel trasmettere la Sua dottrina illuminando direttamente le nostre menti nel corso di autentiche estasi mistiche.

Ti sono anche particolarmente vicino per la prova cui è sottoposta la tua vita a motivo della malattia di tua moglie. Ti assicuro la mia preghiera perché tutto si risolva a maggior gloria di Dio e soddisfazione vostra.

Vengo ora ai problemi cui hai accennato.

L'atto coniugale è essenzialmente un atto in cui tutta la persona si raccoglie e si dona. È pertanto un gesto di amore. Ma rimane gesto di amore solo se conserva tutti i suoi intrinseci significati, e innanzitutto quello di non disperdere il seme. Non è il sesso orale ad essere peccaminoso, come ha precisato il Vescovo di Granada, Francisco Javier Martínez: Donne, praticate il sesso orale a vostro marito ogni volta che ve lo chiede. Non sentitevi in colpa, non è peccato se pensate a Gesù mentre lo fate.

Come diceva Giovanni Paolo II: il peccato è sempre un atto suicida e si rivolta contro colui che lo compie con una oscura e potente forza di distruzione (Reconciliatio et paenitentia, 17).

In ogni caso, fai bene a confessarti. Non desistere mai di accedere con frequenza a questo sacramento che ridona dignità, pace e soprattutto unione con Dio.

L'appagamento è legato alla pienezza. Anche a tavola non si è appagati se si mangia poco o si mangia male. Appagamento, contentezza e pienezza vanno di pari passo.

Appagamento a tavola: il tacchino ripieno assicura la soddisfazione

Ugualmente nell'ambito coniugale: la mancata donazione della totalità degli elementi corporali o la mancata donazione del proprio io tolgono qualcosa di essenziale all'atto coniugale. E mancando la donazione totale, viene a mancare anche l'appagamento.

L'altruismo nel dare all'altro il massimo di piacere è una cosa ottima. Occorre però fare attenzione a non peccare, cioè a non disperdere il seme, che è il peccato più frequentemente commesso nel corso di un rapporto sessuale e anche di gran lunga il più grave. Merita ricordare che Onan fu condannato da Dio per aver commesso questo peccato. Poi Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie di nome Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, era malvagio agli occhi dell'Eterno, e l'Eterno lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, sposala e suscita una discendenza a tuo fratello». Ma Onan, sapendo che quella discendenza non sarebbe stata sua, quando si univa alla moglie di suo fratello, disperdeva il suo seme per terra, per non dare discendenza al fratello. Ciò che egli faceva dispiacque agli occhi dell'Eterno, che fece morire anche lui. (Genesi 38,6-10).

Il ricorso ai ritmi naturali di fertilità non è un metodo di contraccezione pratico, ed è spesso foriero di errori. Infatti Papa Giovanni Paolo II ha detto che: l'usufruire dei periodi infecondi nella convivenza coniugale può diventare sorgente di abusi (5.9.1984) e che: la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di "godimento". Essa è e dev'essere solo il fine di ogni atto. Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona. (Gratissimam sane, 12).

Dunque bisogna perseguire uno stile di vita per il quale si vive come alleati della Sapienza Divina, che anche attraverso quei gesti conduce alla santità: considerate attentamente l'opportunità del rapporto anale, per evitare gravidanze indesiderate che metterebbero a repentaglio la salute o addirittura la vita di tua moglie, oppure in alternativa adottate un mezzo contraccettivo di buona od ottima sicurezza, come un profilattico di qualità. Ti rimando alla risposta data a Fulvio e Laura per le considerazioni tecniche sulla scelta del profilattico: Come scegliere il miglior profilattico per un cristiano?

Con l'aiuto del Signore e con la tua buona volontà, vedrai che l'amore per tua moglie sarà più bello, più grande, più puro e più affascinante.

Ti ringrazio della fiducia che hai riposto in noi.

Ti ringrazio della preghiera che fai per me. Ci tengo molto.

Ti assicuro la mia preghiera e già fin d'ora invoco su di te e tua moglie l'aspersione di calda, densa benedittanza,
Moreno

1 commento:

  1. Geova ci ha donato il sesso. Il sesso deve essere un piacere del quale godere pienamente, con tutti i suoi preliminari che per alcuni possono includere anche baci e manipolazioni delle parti genitali del coniuge, se questo provoca piacere puro e non turba la propria coscienza.

    Ecclesiaste 9:9 Godi la vita con la tua amata moglie tutti i giorni della vana esistenza che egli ti ha dato sotto il sole, tutti i giorni della tua vanità, perché questa è la tua parte nella vita per le fatiche che compi sotto il sole.

    Memento gaudere semper!

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