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mercoledì 12 maggio 2021

Accoppiarsi con un uomo come con una donna è peccato?

 

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Carissimo Moreno,
sono Christopher, un ragazzo ventenne, cresciuto in una famiglia di sani principi cristiani. Ho una sorella di poco più giovane di me, Myriam, diciottenne. Io e mia sorella siamo sempre stati in grande confidenza aiutandoci in ogni occasione. Di recente ci siamo resi conto di essere entrambi un po' bisex.

Caso ha voluto, che due mesi fa sia venuta ad abitare nel nostro condominio una famiglia che ha acquistato l'appartamento di un'anziana deceduta qualche anno fa. Gli eredi l'avevano messo subito in vendita ma non sono riusciti a sbolognarlo finché non hanno ridotto il prezzo ad un livello ridicolo. In questa famiglia di nuovi condomini, c'è un ragazzo bello come il sole. Si chiama Luca e ha due occhi neri profondi e un fisico atletico. È anche simpaticissimo. Non c'è voluto molto prima che Luca notasse mia sorella, che, devo dire, è molto bella, alta e slanciata e con lunghi capelli biondi. Ma lei non ne voleva sapere di lui! Non è il suo tipo. Io invece ho cominciato subito a sentire un'attrazione fortissima per Luca. Me lo sognavo di notte, e mi svegliavo bagnato. Immaginavo che lui mi afferrasse per le spalle e mi facesse stendere sul letto, per poi abbassarmi i pantaloni e prendermi da dietro. Ma è superfluo dire che a Luca interessava solo mia sorella.

Per farla breve, pensa e ripensa, ho architettato un piano per farmi Luca, con la collaborazione di Myriam. Ho fatto fatica a convincerla ad aiutarmi, ma alla fine ha accettato.

Approfittando dell'assenza dei nostri genitori Myriam ha invitato Luca a casa nostra facendogli intendere di essere disponibile. Superfluo dire che Luca si è fiondato!

Io me ne stavo nascosto, e una volta che Luca è stato in casa, Myriam gli ha detto che avrebbe fatto l'amore con lui ma solo se lui avesse acconsentito a farsi legare al letto e bendare, perché a lei piace farlo alla sado-maso. Beh, Luca si è lasciato fare. Avevo preparato io le corde e insegnato a mia sorella come fare i nodi, così in un attimo Luca è stato nudo sul letto, legato mani e piedi ai quattro angoli, e bendato. A questo punto io sono entrato nella stanza, silenziosamente, e mentre Myriam lo baciava e lo accarezzava con i capelli, ho cominciato a masturbarlo. In effetti il suo membro era già duro come un bastone, e svettava con la cappella turgida e arrossata. Myriam gli sussurrava nell'orecchio che adesso si sarebbe impalata sul suo cazzo, che io nel frattempo avevo lubrificato con l'Olio Benedetto dell'ampollina che i miei avevano portato dal Santuario dell'Incoronata di Foggia, in occasione di un pellegrinaggio.

Superfluo dire che, anziché Myriam, sono stato io a impalarmi sul meraviglioso cazzo di Luca. Mi sono accucciato su di lui, mentre mia sorella si metteva vicino a me in modo da dare l'impressione a Luca che fosse lei al mio posto. All'inizio la grossa cappella di Luca sembrava non entrare nel mio ano stretto, ma con pazienza sono riuscito a farla scivolare dentro. Dovevo trattenermi dal fiatare, mentre Myriam mugolava e gemeva come se fosse lei a ricevere il palo nelle viscere.

Quando finalmente la cappella è entrata, in un lampo anche tutta l'asta pulsante mi è penetrata nel retto. Ho cominciato a muovermi su e giù, facendomi ravanare da quel fantastico randello. Mia sorella continuava a gemere e mugolare a ritmo con i miei movimenti, e con le sue manine delicate pizzicava il petto muscoloso di Luca. Avevo anch'io un'erezione marmorea, e sentivo crescere l'eccitazione ad ogni istante. Ad un tratto Luca si è inarcato e dando delle spinte poderose è venuto dentro di me. Sentendo la durissima mazza penetrarmi fino alla radice ho avuto anch'io l'orgasmo. Per fortuna mia sorella è stata pronta a raccogliere nelle mani il mio seme, che altrimenti sarebbe schizzato sul petto e sul viso di Luca. Myriam da buona cristiana sa che disperdere il seme è un peccato mortale, e fin dalle prime volte che giocando tra di noi è capitato che mi masturbasse, ha sempre fatto attenzione ad evitare che questo disordine accadesse. Così anche stavolta lo ha raccolto e poi lo ha portato alla mia bocca perché potessi berlo evitando ogni spreco.

Poco dopo il cazzo di Luca si è ammosciato ed è scivolato fuori con un "plop!". Allora io mi sono allontanato dalla scena silenziosamente come ero arrivato, e mia sorella ha tolto la benda a Luca e lo ha slegato. Luca a questo punto ha cercato di insistere che lo voleva fare di nuovo, ma Myriam gli ha detto che doveva andare via perché potevano tornare i nostri genitori da un momento all'altro. Così il piano si è brillantemente concluso!

Ora però, mi è venuto qualche dubbio di aver fatto male ad ingannare Luca. Oggettivamente, che male ho fatto? Lui è convinto di essersi scopato mia sorella, vabbè, bendato e legato ma meglio di niente, ha sborrato come un cavallo, nel mio culo vergine e stretto, insomma se l'è goduta. Ho forse peccato? Se sì, perché?

Grazie del conforto spirituale che potrai darmi, che Gesù ti benedica,
Christopher
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Carissimo Christopher,
giovane fratello in Cristo, il quesito che mi proponi è di difficile soluzione, e solo esegeti di grande e profonda sapienza ed esperienza possono trattarlo.

In apparenza, non hai commesso alcun peccato, ma bisogna analizzare molto bene tutta la vicenda per essere sicuri che in qualche dettaglio non si annidi l'errore.

È pur vero che avete fatto attenzione ad evitare la dispersione del seme, peccato odioso al Signore, ma ci sono alcune circostanze di quanto hai narrato che indicano una possibile violazione dei precetti divini.

In particolare: Una saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, mentre nell'intimo gli ordisce un tranello. Non dovrei forse punirli per tali cose? (Geremia 9,7-8). Da qui si capisce che tua sorella Myriam ha commesso un peccato ingannando Luca e facendogli credere che lei avrebbe fatto l'amore con lui. La punizione per questo peccato potrebbe essere l'allontanamento da casa: Chi agisce con inganno non abiterà nella mia casa; chi dice menzogne non potrà restare davanti ai miei occhi. (Salmo 101,7).

Ma anche Luca ha peccato! Dice infatti la Bibbia: Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. (Levitico 18,22). Luca pensava di far l'amore con una donna, mentre invece lo stava facendo con un uomo! Ecco come può realizzarsi questo peccato, sul quale generazioni di esegeti si sono consumati senza venirne a capo. Infatti "non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna" sembrava un'ovvietà insulsa, a prima vista, dal momento che con un uomo non è possibile avere relazione carnale come con una donna. Ma se stai pensando di essere con una donna, mentre invece sei con un uomo, ecco che il rebus trova soluzione! È proprio questo che la Bibbia proibisce.

In effetti, l'unico che non ha commesso peccato sei tu, Christopher.

Vai in pace e che la benedittanza del Signore Gesù ti ricopra densa e copiosa.

Moreno

1 commento:

  1. I testi cui siamo di fronte sono testi di tipo giuridico, che fanno parte della cosiddetta "Legge (o Codice) di santità.", il secondo dei due "codici di purità" (Lev capp 11-16 e 17-26) che regolavano la vita religiosa e civile dell'Israele antico.
    Cronologicamente la forma attuale del Codice fu assunta nel VI secolo a. C., epoca dell'esilio babilonese.
    Il "Codice di santità" presenta una "visione ideale di una separazione assoluta fra Israele e ogni cosa impura, pronunciando sull'impurità un 'no' tanto definitivo da non poter essere realizzato, il più delle volte, se non 'recidendo dal popolo', ovvero sterminando, quelli che si fossero contaminati".
    Il testo quindi non è un testo isolato, ma è inserito nel complesso sistema della purità e della santità (qeduššah) dell'Israele antico; tale sistema è ovviamente culturalmente condizionato. Israele si ritiene depositaria di particolari tradizioni religiose che è impegnata a difendere dalla contaminazione con gli altri popoli, perciò si vuol mantenere rigorosamente separata dalle altre popolazioni (nazioni, gentili, goym) per difendere la propria identità nazionale e religiosa insieme.
    Il sistema di purità di Israele non aveva a che fare con criteri morali, quanto con il concetto di pulizia in senso letterale, contrapposto alla sporcizia. L'impurità (tum 'ah) era quindi una condizione fisica oggettivamente intesa.
    Il sistema della purità in Israele si basava su due principi ideali: a) integrità e completezza: b) non mescolanza.
    Il motivo del divieto dei rapporti sessuali tra maschi risiederebbe quindi (pur non essendo spiegato esplicitamente nel Levitico) nella mescolanza dei ruoli maschile e femminile fortemente distinti nella famiglia patriarcale. Infatti si proibiscono le relazioni carnali (sessuali) di un uomo con un altro uomo che si comporta "come una donna". Inoltre è abbastanza plausibile l'idea che tali rapporti fossero stigmatizzati in quanto non finalizzati alla procreazione.
    Lo scopo di tale divieto è quindi il mantenimento da una parte della distinzione etnica/nazionalista/religiosa di Israele rispetto ai popoli circonvicini, dall'altra della differenza sessuale tra uomo e donna utile a mantenere il dominio patriarcale sulla famiglia e sulla società.
    In estrema sintesi, da questi dati discendono alcune conseguenze:
    a) la differenza profonda del nostro attuale contesto culturale da quello dell'antico Israele non ci consente di applicare queste norme perché dopo Cristo "non c'è qui né Giudeo, né Greco, non c'è schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina" (Gal 3:28);
    b) non è metodologicamente coerente accettare come prescrittiva questa specifica norma e non anche tutte le altre del "Codice di santità", perché trattandosi di un sistema unitario le regole avevano tutte lo stesso valore e dovevano essere osservate nella loro totalità o completamente rifiutate (cfr. Gal 5:3 "Ogni uomo che si fa circoncidere è obbligato ad osservare tutta la Legge");
    c) non è possibile accettare una norma che presuppone e difende un sistema sociale eterosessista e patriarcale basato su una valutazione di discriminazione (ovvero disprezzo) delle donne, della loro sessualità e della loro dignità di persone.

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